Tempo fa vi avevamo parlato di un’iniziativa tutta italiana, l’Armadio verde, la prima piattaforma per lo scambio e l’acquisto di vestiti usati per bambini, che spesso sono come nuovi.
Anche nel resto d’Europa ci sono realtà che aiutano a risparmiare ed evitare inutili sprechi.E’ il caso di Vigga che sfrutta la sharing economy, ovvero l’economia della condivisione proponendo forme di consumo più consapevoli basate sul riuso.
La startup è nata nel 2014 e unisce la sostenibilità ambientale a un supporto concreto per i neogenitori. Si parte da un assunto: i vestiti per bambini hanno un ciclo brevissimo all’interno delle case: nei primi mesi vanno sostituiti in continuazione vista la velocità di crescita.
Sul cosa fare in questi casi, risponde Vigga che basa il suo concept su due direttive. La prima è quella aver creato una linea di abbigliamento in cotone biologico e quindi sicuro per i più piccoli, la seconda quella di dare ad ogni famiglia che lo desidera, una borsa all’interno della quale ci sono vestitini divisi per età e taglia.
Come funziona? I genitori prendono la borsa e utilizzano i capi finché servono, una volta che diventano troppo piccoli vengono riconsegnati. Vigga si occupa poi di controllarli, lavarli, sterilizzarli e igienizzarli con detersivo ecocompatibile; rimessi a nuovo, i vestiti possono avere una nuova vita e aiutare un’altra famiglia.
Chi decide di aderire al progetto, acquista una fornitura a un prezzo conveniente, nei primi mesi consiste in 15 capi di abbigliamento, dal terzo anno, 20 capi che vengono sostituiti ogni sei mesi.
A oggi il sistema conta già 3mila membri in Danimarca e oltre 20mila capi in circolazione, ogni articolo viene usato anche 150 volte e può raggiungere fino a cinque famiglie diverse.
Un modello da esportare!
Source: greenme.it