A differenza del cavolo cappuccio, la verza ha foglie grinzose, croccanti e di grandi dimensioni, increspate e ricche di nervature sporgenti. La parte commestibile in questo caso è un cuore di foglie più chiare che forma una palla ben compatta.
La coltivazione più diffusa del cavolo verza è quella autunno-invernale al sud Italia, ma di ottime coltivazioni se ne trovano anche in Piemonte, in Lombardia, Trentino, in Veneto e in Emilia Romagna. In ogni caso, la coltivazione è molto diffusa perché fondamentalmente non ha bisogno di alcun particolare accorgimento ed è disponibile in due varietà: una matura per la raccolta e il consumo in inverno e una, un po’ meno diffusa, per la raccolta in primavera e in estate (noti sono il “Precocissimo d’Asti” e il “salarite”).
Il cavolo verza è un ortaggio davvero poco calorico e molto saziante: una porzione da 100 g apporta solo 27 kcal. La maggior parte dell’energia è data dai carboidrati, che costituiscono il 6% del peso, mentre le proteine ne formano solo il 2% e la quantità di grassi è quasi assente.
La verza contiene vitamina A, vitamina C, e vitamina K. In più, è ricca di sali minerali come il potassio, il ferro, il fosforo, il calcio e lo zolfo (al quale si deve il suo caratteristico odore durante la cottura), elementi indispensabili per la costituzione di cellule e tessuti e per l’idratazione cutanea.
In numerosi studi, si conferma la capacità della verza di essere un ortaggio:
Inoltre, molte sono le ricerche che hanno dimostrato che il cavolo verza e gli altri ortaggi della famiglia delle crucifere sarebbero capaci di esercitare un’azione protettiva nei confronti dei tumori. Il merito sarebbe dei cosiddetti isotiocianati, sostanze in grado di stimolare le cellule a produrre alcuni bioenzimi efficaci nel contrastare la degenerazione del DNA, soprattutto a livello di bronchi e polmoni. E non solo: l’alto contenuto di sostanze antiossiddanti e di sulforafano renderebbe la verza utile nella prevenzione dei tumori dell’apparato digerente.
Verza, come consumarla
Anche il cavolo verza, così come in genere tutti gli ortaggi, è sempre meglio consumarlo crudo. In questo caso, per valorizzare il sapore e le caratteristiche nutritive, può bastare mangiarlo tagliato finemente e condito con olio extravergine di oliva e un pizzico di sale (se aggiungete un pizzico di semi di cumino è anche più digeribile).
Se decidete di cuocerlo, per il cavolo verza è sufficiente una cottura breve e a temperatura contenuta. È tuttavia da preferire la cottura al vapore oppure stufare la verza in padella, perché, essendo naturalmente ricca di fibra solubile, queste si disperderebbero nell’acqua di cottura se la verza fosse troppo bollita.
Per prevenire la degenerazione delle articolazioni, o nella cura di artriti e artrosi, provate una centrifuga del succo fresco di verza. Un paio di bicchieri di questo succo da integrare con succo di carota, possono alleviare il dolore delle articolazioni.
Infine, tra i rimedi della nonna rientra il decotto di foglie di verza, utile in caso di bronchiti e attacchi di asma, mentre l’acqua di cottura, ricca di zolfo, avrebbe effetti benefici nella di eczemi e infiammazioni.
Al reparto ortofrutticolo, al momento di scegliere una verza, tenete d’occhio il cespo, che deve essere sodo, e le foglie, che devono essere tutte integre, ben consistenti e turgide e di un colore verde acceso.
Sebbene sia adatta a tutti, la verza potrebbe essere controindicata per coloro che soffrano di ipotiroidismo o siano affetti dalla sindrome del colon irritabile.
Source: greenme.it
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