La top 20 delle città continentali meno care secondo il “City Costs Barometer”, sorta di paniere delle spese del turista, che include beni e servizi come biglietto aereo, musei, city card e albergo, assieme a bar e ristoranti. Cracovia la numero uno, poi Riga, Vilnius e Varsavia.
Cracovia, Riga e Vilnius sono le più economiche. Secondo il “City Costs Barometer”, la classifica presentata ogni anno dall’agenzia britannica Office Travel Money, per viaggiare a buon mercato nel 2018 nel Vecchio Continente meglio volare a Est. In Europa orientale infatti è ancora possibile organizzare weekend memorabili, con un occhio al divertimento e l’altro al portafogli.
Incrociando valori come il prezzo di due notti in hotel 3 stelle, il costo di un caffè, un pasto completo per due persone, una soda, una birra e un calice di vino, il prezzo del trasporto per andare dall’aeroporto al centro città, una travel card di 48 ore e un giro turistico con visita a un museo, l’agenzia Office Travel Money ha stilato la top 20 delle città più economiche.
A partire da Cracovia, in Polonia, al primo posto della graduatoria, con un costo totale di soli 188 euro. Romantica con la sua atmosfera da fiaba, la cittadina merita una visita anche solo per un giro al Wawel Hill, arrampicarsi dalla cattedrale su per il castello, accompagnati dalle note folcloristiche dei suonatori d’armonica.In seconda posizione troviamo Vilnius in Lituania (con 189) e poi in terza Riga in Lettonia (con 198). E pazienza se un caffè al banco qui costa 3 euro, quanto una birra, e se una cena costa più di due notti in hotel, spostarsi in treno dall’aeroporto al centro città incide sul portafogli con soli 2,30 euro e la travel card per un intero fine settimana appena 10.
Seguono con qualche moneta in più, Varsavia e Budapest. Dinamiche, giovani, sono amate soprattutto per la ricchezza della storia e dell’arte che ospitano, ma anche per i divertimenti e la nightlife che propongono a buon mercato, tra terme, ristoranti e discoteche. A sorpresa anche Mosca è tra le più economiche. Un weekend nella capitale russa, secondo le stime della City Costs Barometer, viene solo 228 euro. Ori, stucchi, arte e lusso. Le cupole scintillanti della Cattedrale di San Basilio, il Cremlino dove si respira l’atmosfera d’antan dell’epoca degli zar, l’immensa Piazza Rossa che racchiude fasti e orrori della storia russa, chiese decorate come la Cattedrale di Cristo Salvatore. Si fa shopping ad Arbat, parzialmente trasformata in isola pedonale, e a Tverskoy, elegante e residenziale. Visitate anche Zaryadye Park, il primo (incredibile) parco progettato da Diller Scofidio + Renfro.
Le fa concorrenza Praga. Affascinante, misteriosa, romantica, dove il costo sale a 229 euro. Ma una passeggiata a Ponte Carlo vale già il viaggio. Vi incanterà Piazza della Città Vecchia e l’antico Orologio astronomico, che riempie l’aria con i suoi motivetti. D’obbligo una tappa alla Cattedrale di San Vito e alla Casa municipale. Ma anche al vecchio cimitero. Prima di ripartire arrampicatevi in cima al Castello, molto suggestivo.
Atene viene subito dopo, con pochi euro di differenza. In cambio, gusterete tutto il fascino dell’antichità dall’alto del suo Partenone, ma non dimenticate un giro nella sua zona più giovane, quella di Tsakalof Street, con boutique e locali, e di Kolonaki, che abbonda di caffè, negozi e ristoranti e dopo il tramonto si trasforma in una festa en plein air.
Con 239 euro si va a Lisbona. Prendere il tram 28 è un modo low cost per girare il centro, arrampicandosi fino al Miradouro de Santa Luzia. Arrivare lassù è una sfacchinata, ma in premio c’è la vista su tutta la città. L’anima più autentica della città è l’Alfama, ma una zona interessante è anche Mouraria, tra il Castello di Sao Jorge e la piazza di Martim Moniz. Ghetto musulmano nel 1147, è qui che Maria Severa intonava i primi versi di fado.
Tra le mete low cost europee ci sono anche il delizioso centro francese di Lille (240 euro), la bella e soleggiata La Valletta a Malta (243), la croata Dubrovnik (257) e la splendida Strasburgo (281). Nizza è un posto al sole ideale per la primavera, ma i costi medi per un weekend si alzano a 281 euro. Li vale tutti però questa perla della Francia del Sud, che conquista con il suo fascino retrò e l’architettura belle èpoque. Perdetevi nel ghetto ebraico di rue Bénoit Buinico, gironzolate sulla Promenade des Anglais e godetevi la vista dal Parc du Château.
Si vola in Estonia, a Tallin, con 289 euro per girare per il romantico centro, visitare l’Alexander Nevsky Cathedral e scaldarsi il cuore con la cucina locale. E se con Monaco di Baviera arriviamo a 314 euro, alla 17esima posizione scopriamo con sorpresa che un weekend a Roma costa meno che a Berlino: 323 della nostra capitale contro i 324 della tedesca. Ma forse sarà perché Berlino è una città in continua evoluzione, una fabbrica d’idee in perenne divenire. Mondana, libera e anticonformista, è anche una delle città meno costose d’Europa. La zona di Kreuzberg è il suo cuore creativo. Ex quartiere turco, è diventato di gran moda grazie al boom di artisti che ci si sono trasferiti. E di locali che hanno aperto come il Watergate, dove si esibiscono le band indie. Oranienstrasse e Bergmanstrasse sono l’epicentro del quartiere, due lunghissime strade ricche di caffè multietnici, negozietti indipendenti e gallerie d’arte. Va visitata anche Prenzlauer Berg, elettrizzante distretto dove trovare teatri, laboratori, bistrò e boutique.
Le Baleari sono care, si sa. E il portafogli non si salva. Però se volete risparmiare, girate alla larga da Ibiza e Formentera e volate a Palma di Maiorca, con 325 auro al penultimo posto della graduatoria. Con circa trecento spiagge, è perfetta per gli amanti del mare: da Es Trenc, a Colonia de Sant Jordi, la più bella con quasi quattro chilometri di dune, a Es Pregons Grans o Es Pregons Petits, Cala Mondragó, premiata Bandiera Blu, o Cala Figuera. L’epicentro della movida è Magaluf, a Calvià. Locali, club, ristoranti, tapas bar, negozi e caffè accompagnano la lunga passeggiata che costeggia l’ampia spiaggia. Si fa trekking sul promontorio di Serra de Tramuntana, la catena montuosa che attraversa l’isola, nominata Patrimonio dell’Unesco. Da vedere anche Palma, con la sua cattedrale gotica restaurata da Gaudí e la casa-museo di Mirò, al Port de Sóller con il Museo d’Arte Modernista che ospita Matisse, Cézanne, Basquiat e Warhol.
Quindi arriviamo a Edimburgo, il fondo della classifica di City Costs Barometer con 333 euro per un city break. Ma se decidete di investire questo gruzzoletto per visitare la città, non fermatevi al Castello e Princes Street: per esempio in questa stagione riaprono gli incantevoli Royal Botanic Gardens. L’orto botanico vale già di suo una visita per alcune ambientazioni che lo rendono unico e innovativo, come l’ottocentesco Rock Garden, il primo giardino roccioso studiato per accogliere piante alpine, di cui vi sono 5mila specie. Affacciatevi al roofgarden panoramico del Glass House hotel, un giardino segreto di 8mila metri quadri. Assistete a un reading alla Scottish Poetry Library, dove si organizzano jam session di poesia. Organizzate una visita alla Red Door Gallery per scoprire l’arte emergente scozzese. Infine concedetevi una birra al Sheep Heid Inn, pub del 1500 con allure d’altri tempi, oppure una degustazione alla Edinburgh Gin Distillery, underground bar per l’elite cittadina con distilleria (semi)clandestina annessa. E prima di ripartire, una fetta di apple pie al Café Royal è d’obbligo, caffè storico del 1863, in stile vittoriano con murales in ceramica Doulton raffiguranti innovatori e luminari come Watt, Faraday e Caxton.
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