La ricerca, basata sui risultati delle recenti missioni spaziali, mostra che poco dopo la nascita della Luna (circa 4 miliardi di anni fa) e nel corso di un picco di attività vulcanica verificatosi circa 3,5 miliardi di anni fa, il corpo celeste emetteva dal suo interno grandi quantità di gas volatili surriscaldati, compreso il vapore acqueo.
E acqua può significare vita. Soprattutto perché questi vapori potrebbero aver formato pozze d’acqua liquida sulla superficie lunare, dotata di un’atmosfera abbastanza densa da mantenerla lì anche milioni di anni.
“Se l’acqua liquida e un’atmosfera sufficientemente densa erano presenti sulla Luna del passato per lunghi periodi di tempo, riteniamo che la superficie lunare possa essere stata abitabile, almeno per un periodo” ha dichiarato Dirk Schulze-Makuch, coautore del lavoro.
I ricercatori hanno rianalizzato i campioni di roccia e di suolo lunari prelevati nel corso di precedenti missioni spaziali e hanno dimostrato che la Luna non è secca come si è sempre ritenuto. Già nel 2009-2010, un team internazionale di scienziati aveva scoperto centinaia di milioni di tonnellate di ghiaccio d’acqua sulla luna e uno studio più recente l’aveva confermato.
Il dato in più ora è la possibilità che quest’acqua sia rimasta per un tempo sufficiente a far crescere delle vere e proprie forme di vita: i ricercatori sostengono infatti che la luna primitiva poteva essere “avvolta” da un campo magnetico in grado di proteggere dai mortali venti solari le eventuali forme di vita presenti sulla superficie.
Secondo gli scienziati, la vita sulla Luna potrebbe essersi formata grazie a un meteorite. Infatti le prime prove della vita sulla Terra provengono da cianobatteri fossilizzati che hanno 3,5-3,8 miliardi di anni e in questo periodo, il sistema solare era dominato da frequenti e giganteschi impatti dei meteoriti, che magari hanno svolto il ruolo di “tramite”.
Quest’ultima ipotesi è quella meno sicura. Lo stesso Schulze-Makuch riconosce che determinare se la vita sia nata veramente sulla luna o se sia arrivata “da fuori” è un risultato che si può cercare solo con un dedicato programma di esplorazione lunare.
Gli studiosi suggeriscono per eventuali future missioni spaziali di ottenere campioni dai depositi del periodo di intensa attività vulcanica per vedere se contengono acqua o altri possibili indicatori di vita.
Inoltre, gli esperimenti potrebbero essere condotti in ambienti lunari simulati sulla Terra e sulla Stazione Spaziale Internazionale per vedere se i microrganismi possono sopravvivere nelle condizioni ambientali previste per la prima luna.
Source: greenme.it
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