Allarme glifosato e cancro, aumenta del 41% il rischio di linfoma non Hodgkin -di Zeina Ayache
Un nuovo studio sulle conseguenze dell’esposizione a glifosato non ha dubbi: incrementa del 41% il rischio di sviluppare un linfoma non Hodgkin.
Gli scienziati hanno analizzato gli ultimi 17 anni di studi relativi agli effetti del glifosato sulla nostra salute e i risultati a cui sono arrivati sono preoccupanti.
L’esposizione al glifosato, forse il più famoso erbicida, incrementa del 41% il rischio di sviluppare un linfoma non Hodgkin, il tumore maligno che origina dai linfociti, cioè le cellule principali del sistema immunitario.
Non sembrerebbero esserci dunque più dubbi sull’effetto cancerogeno di questo prodotto utilizzato in agricoltura per distruggere le piante infestanti che potrebbero danneggiare le piante, ma impiegato anche per eliminare le stesse piante dai marciapiedi e dalle ferrovie. Ecco cosa c’è da sapere.
Glifosato e tumori. Partendo dagli studi contraddittori sugli effetti del glifosato, gli scienziati della University of Washington hanno deciso di prendere in analisi la letteratura scientifica sull’argomento mettendo a confronto i dati dal 2001 al 2018.
I risultati ottenuti non sembrano mostrare dubbi: per le persone esposte al glifosato, il rischio di sviluppare un linfoma non Hodgkin aumenta del 41%. Insomma sarebbe cancerogeno.
Ma è davvero così? Analizzando gli studi in materia sembra quasi impossibile capire se sia o no cancerogeno.
L’ECHA, l’Agenzia europea delle sostanze chimiche, ha affermato che il glifosato è da considerarsi una sostanza dannosa per gli occhi e tossica per la vita acquatica con effetti che durano nel tempo, però le evidenze scientifiche non permettono di classificarlo come cancerogeno, mutageno e tossico per la riproduzione.
L’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, sostiene che “è improbabile che la sostanza sia genotossica” (possa danneggiare il DNA) o “che presenti una minaccia di cancro per l’uomo”.
In questo caso però secondo Greenpeace la valutazione si è basata su ricerche effettuate dai produttori di glifosato, quindi potrebbe non essere imparziale.
L’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è giunta alla conclusione che, per quanto ci riguarda, esistono “limitate prove di cancerogenicità” e che quindi il glifosato debba essere inserito tra le sostanze “probabilmente cancerogene per l’uomo”.
In questo caso però a non essere d’accordo è l’EFSA, secondo la quale l’OMS avrebbe effettuato le analisi in questione con approcci diversi.
L’IARC, l’International Agency for Research on Cancer, ha classificato il glifosato come ‘probabilmente cancerogeno per l’uomo’.
Conclusioni. I pareri discordanti in generale sulla questione non negano comunque i risultati ottenuti della University of Washington che ha riscontrato l’incremento del rischio in relazione al linfoma non Hodgkin. Fonte: scienze.fanpage.it
L’articolo Glifosato aumenta 41% rischio di cancro; i produttori: ‘Non è cancerogeno’ proviene da informarexresistere.fr.
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