l tumore al polmone uccide 80 italiani al giorno per colpa del fumo: cos’è e sintomi – di Andrea Centini
Senza il vizio del fumo, si tratterebbe di una malattia rara, ma il tumore al polmone miete in Italia circa 34mila vittime ogni anno.
Nella maggior parte dei casi si tratta di fumatori ed ex fumatori, ma è coinvolto anche chi è esposto al pericoloso fumo passivo. La malattia è subdola e letale, dato che la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è molto bassa.
Il tumore al polmone è una delle neoplasie più diagnosticate in assoluto ed è annoverato tra i cosiddetti “big killer”, i tumori che uccidono di più. Soltanto in Italia, del resto, questa patologia strappa la vita a 34mila persone ogni anno.
Un dato spiazzante, considerando che nell’80-90 percento dei casi il tumore si sviluppa a causa del vizio del fumo, che dunque è di gran lunga il principale fattore di rischio.
Spesso tra le vittime del tabagismo vi sono anche i non fumatori, esposti al pericolosissimo fumo passivo. Esistono diverse forme di cancro al polmone, che può svilupparsi anche da metastasi provenienti da altri organi ammalati. Ecco cosa c’è da sapere su questo killer ‘silenzioso’, i cui sintomi talvolta si palesano a uno stadio avanzato.
Il tumore al polmone è una neoplasia che colpisce i nostri principali organi respiratori, il cui ruolo è trasferire l’ossigeno al flusso sanguigno ed espellere l’anidride carbonica.
Esistono due forme principali di carcinoma polmonare, il tipo che colpisce le cellule del tessuto epiteliale: il tumore polmonare a piccole cellule, più pericoloso, e il tumore polmonare NON a piccole cellule.
Vi sono anche sarcomi polmonari e linfomi polmonari, tuttavia nel 95 percento dei casi le diagnosi di tumore al polmone riguardano i carcinomi.
– Il tumore polmonare a piccole cellule (SCLC) è fortunatamente il meno frequente (15-20 percento dei casi), essendo molto più aggressivo e a rischio metastasi. È noto anche con i nomi di “tumore a chicco d’avena” o “microcitoma” e spesso coinvolge anche i bronchi.
– Il tumore polmonare NON a piccole cellule (NSCLC) è la forma più diffusa, interessando circa il 70 percento dei casi. Si suddivide in tre sottotipi in base alle cellule coinvolte: il più diffuso adenorcarcinoma, il carcinoma a grandi cellule e il carcinoma a cellule squamose.
La neoplasia interessa principalmente gli uomini, tuttavia le diagnosi e i decessi stanno aumentando sensibilmente fra le donne a causa del maggior numero di fumatrici rispetto al passato.
Dei circa 34mila morti ogni anno (cento al giorno) in Italia causati dal tumore al polmone, 25mila sono maschi. Non a caso tra gli uomini rappresenta la prima causa di morte per tumore.
Le nuove diagnosi complessive sono circa 41mila ogni anno, e tra l’80 percento e il 90 percento dei casi si tratta di fumatori o ex fumatori.
Il vizio del fumo, come indicato, è il principale fattore di rischio per ammalarsi di questa grave patologia. Se non esistessero le sigarette, il diffuso adenocarcinoma sarebbe una malattia rara, invece è annoverata tra i “big killer”.
Un fumatore ha una probabilità 14 volte superiore di ammalarsi di tumore al polmone rispetto a un non fumatore, un dato che sale a 20 volte quando si superano le 20 sigarette al giorno.
Il rischio di ammalarsi inizia a decrescere non appena si smette, tuttavia possono volerci più di 10/12 anni prima di ‘annullare’ il rischio per un ex fumatore. Più presto si è iniziato a fumare e maggiore è il rischio di sviluppare la malattia.
La fascia di età più a rischio è quella tra i 50 e 60 anni. Oltre al fumo, vi sono anche altre sostanze che possono scatenare la patologia: tra esse vi sono l’amianto, il cromo, il nichel, il radon e altri agenti chimici.
Possono incidere la presenza di patologie broncopolmonari – come la tubercolosi o la fibrosi polmonare -, i fattori genetici e quelli ambientali, benché si ritenga che questi ultimi partecipino a meno del 2 percento delle diagnosi.
Il tumore al polmone è una neoplasia subdola, dato che in alcuni casi può essere asintomatico fino a quando non si manifesta lo stadio avanzato della malattia. I sintomi, inoltre, possono essere gli stessi prodotti da altre condizioni non legate al cancro.
I più frequenti sono tosse cronica, espettorato con sangue, dolore toracico, difficoltà respiratorie (dispnea), voce rauca, debolezza muscolare e perdita di peso.
In presenza dei suddetti sintomi, il medico può richiedere diversi esami per verificare la presenza della patologia. L’esame diagnostico definitivo è rappresentato dalla biopsia, alla quale spesso si arriva dopo radiografia toracica, TAC, PET, broncoscopia, risonanza magnetica e tomografia.
Una volta diagnosticata la malattia e determinato stadio e tipologia di appartenenza, i medici possono decidere di sottoporre il paziente a chemioterapia (la terapia principale per i tumori polmonari a piccole cellule), all’intervento chirurgico (lobectomia e pneumectomia), alla radioterapia e alla più recente terapia biologica contro specifici bersagli molecolari.
Source: http://www.informarexresistere.fr
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