Ho comprato Infinite Jest di David Foster Wallace nel 2012. Un tomo da più di mille pagine. “Ho tutta l’estate davanti”, ho pensato; “tra le attese in aeroporto, il viaggio in aereo, le serate in cui non riesco a dormire, io questo libro lo divooooro!!!!” Bene, la verità è che all’alba del 2018 il libro l’ho sì consumato – credo ci sia addirittura della sabbia dentro – ma niente, non sono riuscita ancora a finirlo. L’ho iniziato e l’ho dovuto ricominciare più volte perché non ricordavo più nulla, ed eccomi ancora a pagina 450. Ogni volta che lo guardo sul mio comodino, gli sorrido come a un compagno di viaggio – in effetti mi è stato più vicino lui in questi anni, che il mio attuale fidanzato – e la sera, prima di svenire a letto senza neanche fare il tentativo di riprenderlo in mano, mi ripeto con un certo rammarico che io, il tempo di leggere, non ce l’ho. O meglio, non lo trovo. Sento che c’è da qualche parte, incastrato tra un appuntamento e l’altro; devo solo capire dove si nasconde e portare a termine la missione del 2018: finire i libri che ho iniziato ed eliminare la pila di tomi sul comodino. A partire da quel capolavoro di Infinite Jest.
Ora, per aiutarmi nell’impresa, mi sono avvalsa dell’aiuto di qualche video sul tema e di alcuni consigli chiesti ad amici appassionati di libri e veri professionisti della lettura.
Lo scrittore Patrick Allan ha dato qualche consiglio, in un articolo pubblicato su Lifehacker, su come aiutarsi a leggere di più. Secondo il motto per cui “per fare qualcosa, bisogna che questo qualcosa sia facilmente accessibile e semplice da fare”, ha organizzato gli spazi di casa sua in modo da rendere la lettura un’attività semplice e senza grandi impedimenti. Come? Ha cominciato col togliere la televisione dalla camera da letto: ha poi disposto sul suo comodino una luce forte, dall’accensione comoda e raggiungibile con poco sforzo e ha creato un sistema di cuscini che lo aiutassero ad avere una postura confortevole per la lettura. Se leggere diventa un’attività facile, anche i più pigri troveranno almeno un buon motivo per prendere un libro e iniziare il racconto.
Sempre su Lifehacker, Patrick Allan dà un altro consiglio prezioso specialmente a chi, come me, non riesce a far pace con il proprio senso del dovere. Non finire i libri mi risulta particolarmente difficile per i seguenti motivi:
1. Non si può mai sapere, magari ingrana dopo.
2. Ho detto che l’avrei finito, quindi ora lo finisco!
La realtà però ci insegna che se la storia non riesce a interessarci in qualche modo, leggere diventa più un lavoro che un piacere e si trovano soltanto dei buoni motivi per lasciare i libri a casa. E questo accade a prescindere dalla qualità del racconto: può anche essere un capolavoro della letteratura mondiale, ma se ci annoia non possiamo farci molto. Abbiamo tutto il diritto di abbandonare la lettura con serenità: nessuno ci giudicherà per averlo trovato noioso, né per il fatto di non averlo finito. La vita è davvero troppo breve per leggere i libri che non ci dicono nulla.
Per tutti coloro che hanno l’incredibile superpotere di leggere in macchina o in autobus, molti lettori consigliano di ottimizzare il tempo che passiamo sui mezzi pubblici: pullman e metropolitane possono diventare luoghi ideali per la lettura. Ora, io questo superpotere, oltre a non avercelo, non potrei neanche utilizzarlo visto che passo il 50% del mio tempo in macchina, a guidare. Ma chi ci riesce – oltre ad avere tutta la mia stima – ha davvero un’ottima occasione per leggere. Bisogna soltanto aver cura di scegliere una lettura poco impegnativa o che si presti a essere affrontata con una certa intermittenza.
Si può utilizzare la lettura per capovolgere una situazione di disagio e trasformarla in tempo prezioso. Se alle Poste il nostro numero è il 20 e stanno servendo il 2, quel momento di totale sconforto può diventare un tempo ottimale per la lettura. Stessa cosa se dal medico ci dicono con un bel sorriso che “il dottore oggi è un po’ in ritardo” o che i computer sono in tilt e “ci vorrà molto prima che arrivino i risultati”. Bene, quello è il nostro segnale per estrarre un libro e sprofondare in una storia anziché lamentarsi più del dovuto con le amiche, nelle chat di WhatsApp. Presupposto fondamentale: tenere sempre un libro nella borsa o nello zaino. Ecco, magari più un libricino che un tomo – tipo Infinite Jest – altrimenti, addio spalle!
Su questo punto si dividono tutti: ci sono i puristi che non abbandoneranno mai la carta e gli appassionati di tecnologia che amano leggere su uno schermo, senza il problema di doversi portare in giro volumi che pesano come mattoni. Si possono scaricare e-book, comprare Kindle e simili – e c’è chi riesce anche a leggere sul telefono, togliendo le notifiche per non disturbare la lettura. In effetti, la scelta del supporto è molto ampia e non ci sono più scuse per non attrezzarsi a dovere. Alcuni addirittura, hanno un supporto per ogni momento della giornata: a casa appena svegli e prima di andare a dormire leggono i libri, mentre durante la giornata si portano in borse il Kindle, per sfruttare i momenti morti. Ad ognuno, il suo!
Altro consiglio da Patrick Allan: se con le serie tv ci confrontiamo spesso con i nostri amici, se lo facessimo anche con i libri è facile che troveremmo più stimoli per leggere – esattamente come accade con le serie che ci appassionano. Più ne parliamo, più aumenta la voglia di proseguire con la storia. E la lettura potrebbe diventare così un’occasione per scambiarsi idee con gli amici e uscire dalla dimensione del mero piacere personale.
I miei amici appassionati di libri, che conoscono la mia passione per Candy Crush e Tetris, mi hanno imposto di toglierli immediatamente dal telefono e sfruttare in tempo in cui mi sarei chiusa a stabilire un nuovo record per prendere in mano un libro e abbandonarmi alla lettura. Che dire…severi ma giusti.
Source: freedamedia.it
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