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Troppa liquirizia può fare male al cuore.

7 novembre 2017

 

Liquirizia

Sarebbe sufficiente una quantità pari a 57 grammi di liquirizia nera al giorno per due settimane per trovarvi in ospedale con un ritmo cardiaco irregolare o aritmia. È il campanello d’allarme che giunge dalla Food and Drug Administration (FDA) americana, che punta il dito contro la “glicirrizina ”, il composto di dolcificante derivato dalla radice di liquirizia e che fa abbassare i livelli di potassio nel sangue.

La glicirrizina è il principio attivo presente nella liquirizia, capace tra l’altro di intervenire sui livelli di aldosterone, un ormone che regola la pressione arteriosa. È per questo motivo che la liquirizia, se consumata regolarmente e in quantità elevate, non è indicata per chi soffre di ipertensione.

Secondo quanto afferma la FDA, la liquirizia, o meglio la glicirrizina, tende ad abbassare i livelli di potassio presenti nel sangue, comportando eventuali irregolarità nel ritmo cardiaco, una pressione sanguigna troppo elevata, insufficienza cardiaca e letargia.

Lo scorso anno – spiega Linda Katz, esperta dell’Fda – l’agenzia ha ricevuto un report su un appassionato di liquirizia che ha avuto problemi medici dopo l’assunzione. E diverse riviste scientifiche hanno legato questo alimento a problemi di salute sopra i 40 ani, soprattutto in chi ha già precedenti di problemi al cuore o pressione alta. I livelli di potassio comunque tornano normali in breve tempo quando si termina l’assunzione”.

La liquirizia, insomma, se da un lato ha mille benefici come per l’apparato gastrointestinale (la liquirizia aiuta a migliorare disturbi come aerofagia, stitichezza, digestione lenta e ulcere gastro-duodenali), per la pressione bassa o per il fegato, dall’altro non è indicata in grosse quantità per chi, al di sopra dei 40 ani, ha già precedenti di problemi al cuore.

In generale, ammoniscono dalla FDA, è sconsigliabile mangiare grandi quantità di liquirizia nera in una sola volta. Per il resto, un pizzico ogni tanto non fa altro che bene!

Source: greenme.it

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