Con un possibile super-ponte alle porte, le scuole italiane rischiano grosso. Tra i ponti e le chiusure inaspettate per scioperi e i viaggi d’istruzione, non tutti gli istituti raggiungeranno i 200 giorni di lezione obbligatori per legge per considerare “regolare” l’anno scolastico. E si pensa già agli escamotage anti-ricorso.
Ci sono due festività a breve scadenza: il 25 aprile, che cade di mercoledì, e il primo maggio, che è un martedì. Le scuole stabiliscono i giorni di chiusura a inizio anno e che si trovino ora di fronte a un ponte a due o a un super-ponte si sapeva già da tempo. Quello che non potevano calcolare però è che ci sarebbero state ondate di scioperi. E così, calcolatrice alla mano, si rischia di non raggiungere i 200 giorni totali di lezioni previsti per legge. In alcune zone d’Italia, si sono registrate anche delle chiusure causa neve ma questi giorni, riporta il Messaggero, non vanno a intaccare il conteggio dei giorni utili perché considerati “causa di forza maggiore”.
Alcuni istituti poi resteranno col fiato sospeso fino a maggio perché il sindacato Anief ha indetto uno sciopero per il 2 e 3. In questo caso, nelle aule in cui il personale decidesse di aderire alla protesta, le lezioni riprenderebbero direttamente il 4 maggio. A ciò si aggiungono, poi, i viaggi di istruzione, la maggior parte dei quali avviene proprio in questo periodo dell’anno. Tuttavia, si legge su Orizzonte Scuola, con una nota del 2012, il ministero dell’Istruzione aveva spiegato chiaramente che “è fatta comunque salva la validità dell’anno scolastico, anche se le cause di forza maggiore, consistenti in eventi non prevedibili e non programmabili, abbiano comportato, in concreto, la discesa dei giorni di lezione al di sotto del limite dei 200, per effetto delle ordinanze sindacali di chiusura delle scuole”.
Secondo il calendario scolastico, il ponte è stato accordato da tempo per le scuole di:
Per l’ex ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer, chiudere le scuole per ponti tanto lunghi a fine anno rappresenta “una pazzia”. E’ “una scelta assolutamente negativa per il corretto andamento scolastico. E non mi riferisco solo ai cosiddetti programmi che non vengono portato avanti”, ha spiegato in un’intervista al Messaggero. “Ci sono anche progetti di largo respiro che vengono bruscamente interrotti da queste lunghe pause”. I 200 giorni, dunque, “non sono il frutto di un mero calcolo meccanico, ma la base sufficiente con cui si riesce a creare un giusto ambiente a scuola”. Per l’ex ministro il rischio è quello di “creare dei buchi culturali nelle menti dei bambini”. Senza contare il fatto che “viene a mancare un vero e proprio equilibrio sociale”.
Secondo quanto riporta Orizzonte Scuola, la durata media dell’anno scolastico per l’istruzione obbligatoria in Europa è di 185 giorni, mentre in Danimarca, Italia, Olanda e Liechtenstein è di 200 giorni. In Bulgaria, Lettonia e Lituania la durata dell’anno scolastico aumenta con l’età degli studenti, cominciando con soli 155 giorni in Bulgaria e crescendo progressivamente fino a 195 giorni nell’istruzione secondaria in Lituania.
Source: www.agi.it
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