Superman, Spiderman, Batman, Iron-man, Fantastici 4, Capitan America, Thor, X-Men, Hulk e chi più ne ha più ne metta. Sono i supereroi dei fumetti Marvel che da qualche hanno stanno sostenendo il mercato cinematografico Usa, fonte di ispirazione inesauribile per una Hollywood a corto di idee. Fonte di ispirazione e di guadagno. In effetti è l’uovo di Colombo: coloro che amano i fumetti (e sono tanti) ameranno anche i film tratti da questi, soprattutto se sono fatti bene, senza badare a spese e con grandi attori. L’uovo di Colombo, dicevamo. E allora perché in Italia non si fanno film tratti dagli eroi dei fumetti, soprattutto considerando che i protagonisti degli albi illustrati di casa nostra sono i più venduti al mondo? Nell’ultimo numero della rivista ‘Box Office’ un’inchiesta firmata dal Direttore Editoriale di ‘Best Movie’, Luca Maragno, fa luce sui motivi per cui Tex, Dylan Dog, Diabolik e tanti altri personaggi italiani non vengono trasformati anche in film.
Tex Willer è il fumetto più venduto al mondo
Hollywood ha capito le potenzialità dei fumetti per uno sfruttamento cinematografico (e televisivo: grande successo riscuotono le serie tv ‘Flash’, ‘Arrow’, ‘Daredevil’), mentre i produttori italiani, dove i fumetti hanno una tradizione antica e gloriosa e gli albi vengono ancora venduti come in nessun altro Paese al mondo, sembrano ignorarlo. Come sottolinea Box Office, infatti, Tex è il fumetto più venduto al mondo: in Italia ha più acquirenti di quanti ne abbia Spiderman negli Stati Uniti. Stiamo parlando di cifre significative: la serie regolare di Tex vende 200mila copie mensili, il doppio di Spiderman (fonte: Sergio Bonelli Editore, Diamond Comics).
E così, a 69 anni dalla sua prima uscita, Tex è ancora il fumetto più venduto al mondo oltre ad essere quello più venduto di sempre. Come spiega Michele Masiero a ‘Box Office’, direttore editoriale di Sergio Bonelli Editore, “è in edicola da 69 anni e ha vissuto momenti d’oro tra gli anni ‘60 e ‘70 in cui ha raggiunto vette di più di 500mila copie mensili”.
Classifica degli albi di fumetti più venduti in Italia
- Tex vende 200mila copie mensili
- Dylan Dog 120mila copie al mese
- Nathan Never circa 30mila
- Julia circa 30mila
- Zagor circa 30mila.
- Diabolik vende 3,2 milioni di copie l’anno (tre edizioni mensili – un nuovo numero e due ristampe – ed edizioni speciali).
I record dei fumetti italiani, da Tex a Dylan Dog
- Tex vende in Italia 200mila copie mensili contro le 100mila di Spiderman negli Usa
- La Marvel negli Usa edita molti più personaggi dell’Italia, però produce ogni mese 20 pagine di storia, i nostri albi sono mediamente di 100 pagine
- Un fumetto medio americano vende circa 5-8mila copie, un fumetto italiano che funziona vende 18mila copie in Italia
- Asterix in Francia vende 5 milioni di copie, ma accade una volta ogni dieci anni quando esce qualcosa di nuovo. Di Tex vengono pubblicati in un anno dodici inediti della serie regolare più numerose altre iniziative extra che vendono 180-190mila copie l’una
- Dylan Dog è il fumetto del quale vengono prodotte più pagine al mondo (4mila all’anno): di nessun altro personaggio vengono realizzate così tante pagine e vengono vendute 110-120mila copie al mese.
- Secondo Cong Hugo Pratt Properties, in 50 anni Corto Maltese ha venduto nel mondo oltre 15 milioni di copie. In Italia il solo albo ‘Una ballata del mare salato’ ha superato il milione.
- Zerocalcare è il fenomeno più recente del fumetto italiano e ha venduto 700mila copie in quattro anni con le sue storie.
Perché non si fanno film dai fumetti italiani
Negli anni si sono fatti pochi film e di modesto livello tratti dai fumetti italiani. L’ultimo film del genere risale al 2010 quando gli americani hanno adattato (malamente) Dylan Dog per il grande schermo. Il motivo per cui i produttori sembrano non amare questo genere cinematografico è legato allo scarso appeal dei nostri fumetti all’estero. I numeri che fanno in Italia, infatti, non si ripetono in altri Paesi. Questa potrebbe essere una delle motivazioni, ma vista la situazione del cinema italiano sembra ben poco valida: le pellicole di casa nostra, infatti, restano – salvo rarissime eccezioni – circoscritte al mercato italiano, per cui appare incomprensibile pensare che non si facciano film dai fumetti italiani perché difficilmente esportabili.
Film più importanti tratti da fumetti italiani
- Kriminal nel 1966.
- Satanik nel 1968.
- Diabolik di Mario Bava del 1968.
- Baba Yaga del 1973 ispirato alla Valentina di Crepax.
- Sturmtruppen del 1976 con Renato Pozzetto
- ‘Tex e il signore degli abissi‘ di Duccio Tessari con Giuliano Gemma del 1985.
- ‘Dylan Dog – Il film’ di Kevin Munore, una produzione americana del 2010.
- Produzioni Tv con i cartoni animati di Diabolik, Corto Maltese, Martin Mystere e i telefilm di Valentina.
Chi detiene i diritti cinematografici dei fumetti italiani
Passare dalla carta alla pellicola (o al digitale) è molto meno facile di quanto si pensi per quanto riguarda i maggiori fumetti iatliani. Questo perché gli editori in diversi casi hanno ceduto i diritti cinematografici ad altri. E’ il caso di Dylan Dog i cui diritti sono ancora detenuti dagli americani di Platinum Studios che hanno realizzato il film del 2010. Oppure di Diabolik i cui diritti audiovisivi dal 1999 sono detenuti dalla società francese Morgana Film di Laurent Soregarol che ha ceduto i diritti per la parte tv a Sky per la produzione di una serie in dieci puntate che sarà realizzata nel 2018. Doveva essere realizzato anche un film, ma è stato bloccato in attesa della serie tv. Diverso il caso di Tex: i diritti del primo sono detenuti da Giorgio Bonelli, il fratello di Sergio. I diritti del personaggio, infatti, appartenevano al creatore Gian Luigi Bonelli, il padre; con la morte di Sergio Bonelli sono rimasti al fratello, che nella vita fa l’imprenditore incampo immobiliare ed edilizio. In quanto a Zerocalcare, infine, si era parlato di un film tratto da ‘La profezia dell’armadillo’ e diretto da Valerio Mastandrea ma l’attore, che ne detiene i diritti, ha dichiarato alla stampa che non sarà più lui a dirigerlo per cui sembra che il progetto si sia arenato.
Source: agi.it/cultura