Se solo fossimo capaci di fare spazio al tempo nella nostra vita quando ce lo chiede. Se solo fossimo coraggiosi e lasciassimo che ci accompagnasse nel dolore, nelle perdite, nel bene e anche quando ci sentiamo soli. Il tempo è un compagno di viaggio, non un nemico, come spesso pensiamo. Quando ci sentiamo persi, il tempo ci salva, quando lasciamo spazio al tempo, esso fa il suo dovere.
Il tempo ci protegge, cura le ferite e ci dà la forza per tornare a volare a patto di valorizzarlo e sfruttarlo appieno.
Quando perdiamo dei compagni di viaggio, i nostri sogni vengono spezzati e ci sentiamo soli nel cammino, veniamo sopraffatti dalla fretta e chiudiamo le porte alle nostre emozioni. Se, invece, ci fermiamo, ci ascoltiamo e lasciamo che il tempo faccia il suo dovere, potremo capire di cosa abbiamo bisogno per alleviare la nostra sofferenza e il nostro dolore.
C’era una volta un’isola molto bella dove la natura era indescrivibile. Ospitava tutti i sentimenti e i valori degli uomini: il buon umore, la tristezza, la saggezza e tutti gli altri, compreso l’amore. Un giorno venne annunciato che l’isola stava per affondare, allora tutti i sentimenti prepararono le loro barche e partirono. Solo l’amore rimase paziente sull’isola, da solo, fino all’ultimo momento.
Quando l’isola fu sul punto di sprofondare, l’amore decise di chiedere aiuto. La ricchezza passò vicino all’amore su una barca lussuosissima e l’amore le chiese: “Ricchezza, mi puoi portare con te?”. Rispose la ricchezza: “Non posso, c’è molto oro e argento sulla mia barca e non ho posto per te, mi dispiace”.
L’amore allora decise di chiedere all’orgoglio che stava passando su un magnifico vascello: “Orgoglio ti prego, mi puoi portare con te?”. “Non ti posso aiutare, amore…”, rispose l’orgoglio, “qui è tutto perfetto, potresti rovinare la mia barca. Ho una reputazione, io“.
Allora l’amore chiese alla tristezza che gli passava accanto: “Tristezza ti prego, lasciami venire con te”. “No, amore”, rispose la tristezza, “sono così triste che ho bisogno di stare da sola”. A quel punto il buon umore passò di fianco all’amore, ma era così contento che non sentì che lo stava chiamando.
All’improvviso una voce disse: “Vieni amore, ti prendo con me”. Era stato un vecchio a parlare. L’amore era così contento e pieno di gioia che dimenticò di chiedere il nome al vecchio. Quando arrivarono sulla terra ferma, il vecchio se ne andò.
L’amore si rese conto del grande aiuto che aveva ricevuto e chiese al sapere: “Sapere, puoi dirmi chi mi ha aiutato?”. “È stato il tempo”, rispose il sapere. “Il tempo?” chiese l’amore, “Perché mai il tempo mi ha aiutato?”.
Il sapere con grande saggezza rispose: “Il tempo è l’unico in grado di far sopravvivere l’amore quando sembra impossibile a causa del dolore. Il tempo è l’unico in grado di dare una nuova opportunità all’amore quando questo sembra svanire. Perché solo il tempo è capace di comprendere quanto l’amore sia importante nella vita“.
Questo racconto di Jorge Bucay ci fa capire l’importanza del tempo. Quando crediamo che ormai sia tutto perduto, quando abbiamo perso la direzione e il nostro cammino sembra non avere più un senso, quando ci sforziamo di pensare che tutto passerà e ignoriamo quello che vogliamo davvero, è allora che il tempo ci salva, ci sussurra all’orecchio che tutto passerà e che quando impareremo a fargli spazio nella nostra vita, le nostre ferite guariranno.
La fretta non è mai una buona consigliera, i problemi richiedono tempo per essere risolti, così come il disamore, infatti tutta l’energia che avevamo riversato nella persona che abbiamo perso ha bisogno di una nuova meta. Anche i sogni spezzati richiedono tempo, perché il cervello deve elaborare nuovi piani e soluzioni, lo stesso vale per le perdite, perché dobbiamo imparare a trovare un nuovo spazio per il nostro amore.
Il tempo ha il compito di trovare posto ai pensieri, alle emozioni, alle persone. È esso che ci insegna che niente è per sempre, che tutto passa, sia le cose belle sia quelle brutte e che da un prospettiva più calma tutto appare migliore. Il tempo ci aiuta a maturare e a vedere le cose da un altro punto di vista per imparare e crescere.
Questa è la soluzione: darsi del tempo. Ma non un tempo passivo, scandito dal movimento delle lancette dell’orologio, bensì un tempo attivo, fatto di azione e riflessione. Un tempo dove regna la calma per rielaborare e trovare un lato positivo anche nelle esperienze negative. Un tempo per lasciarsi andare, ma senza smettere di camminare e che sia di aiuto quando nessun altro può farlo, come suggerisce il racconto di Jorge Bucay.
Source: lamenteemeravigliosa.it
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