Tutti almeno una volta sono andati a fare un giro all’Ikea, la catena di arredamento svedese conosciuta per i mobili a basso costo, per le polpettine scandinave e per “i suoi strani poteri uccidi-amore”, scrive sul sito del New York Cari Romm.
A chi non è capitato di vedere una coppia che litiga mentre sceglie una libreria o il colore di una poltrona? E non è finita qui, i litigi continuano a casa nel momento in cui si comincia a montare il mobile appena comprato: un insieme di bulloni, viti e chiavi che farebbero impallidire anche un esperto del mestiere e come aiuto un solo foglio di istruzioni. E’ uno di quei momenti dove il rapporto di coppia è messo a dura prova, così come scrive il Wall Street Journal e alcuni di quei mobili, dai nomi impronunciabili, potrebbero essere citati come “causa di divorzio”.
Se è a dir poco impossibile limitare le liti nei corridoi dei negozi Ikea, l’azienda ha cercato una soluzione almeno per il momento del montaggio. Sono stati creati mobili che possono essere montati con un seplice assemblaggio dei vari pezzi, senza viti e tutti quelli strumenti di metallo che rendono il lavoro molto più difficile. La nuova linea è in corso di sperimentazione dal 2014 e ora Ikea ha annunciato che, oltre ad alcuni prodotti già acquistabili, verrà sempre di più arricchita.
“Basterà un clic e il mobile sarà montato”, ha spiegato in un’intervista a Dezeen il responsabile della nuova linea, che si chiama Lisabo, Jesper Brodin. Un tavolo che normalmente si monterebbe in circa 25 minuti potrà essere completato in 3. Il nuovo meccanismo, inoltre, permette di montare e smontare più volte lo stesso mobile senza il rischio di rovinarlo.
“Qualunque grande esperienza di shopping, se fatta in coppia, diventa motivo di conflitto”, ha commentato Julie Peterson, professoressa di psicologia alla University of New England. La sostanza del problema è questa: scegliere oggetti destinati a durare e a plasmare l’ambiente in cui si vive è già difficile di per sé, e doverlo fare con una persona che si ama e si vuole, in qualche modo, accontentare, aggiunge ulteriori strati di complessità e porta al dibattuto concetto di “svuotamento dell’ego” (l’idea che il pensiero cognitivo non è applicabile all’infinito, dopo un po’ ci si stanca e prendere decisioni diventa letteralmente impossibile)”.
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