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Sviluppata una app per aiutare le donne nelle 3 fasi di una molestia sessuale

Il problema delle molestie sessuali è tornato recentemente d’attualità a tutte le latitudini. In Egitto, uno studio delle Nazioni Unite condotto nel 2013 ha rivelato che circa il 93% delle donne egiziane avrebbe subito molestie sessuali nel corso della propria vita. Per fronteggiare un problema che finora le iniziative del governo non sono riuscite a frenare, alcuni giovani egiziani hanno ideato una app – Street Pal – che funge da “guardiano” per l’incolumità delle donne. Lo sviluppatore dell’app, Abdul Fattah Al Sharqawi, ha fatto sapere che dal giorno del lancio di Street Pal (lo scorso 29 ottobre) circa 800 persone l’hanno scaricata, e diverse sono le chiamate arrivate da parte di donne che avevano subito qualche tipo di molestia.

La app cerca di “coprire” tre diverse fasi di una molestie: quando una donna nota qualcuno che la segue per strada, quando viene molestata, o subito dopo essere stata molestata. Al Sharqawi sostiene che l’app – che ha ricevuto cinque stelle di rating dal sistema Android, mentre manca ancora una versione per iOS – mira anzitutto all’obbiettivo di aumentare la consapevolezza delle ragazze in merito al tema delle molestie, fornendogli alcune informazioni utili su come fronteggiarle.

Un lavoro di sviluppo di 14 mesi

Gli sviluppatori hanno lavorato circa 14 mesi su Street Pal, ed alcuni prototipi sono stati già testati anche fuori dal Paese: in Giordania, Libano e Marocco. I casi di molestie sono aumentati in Egitto negli ultimi anni. A parte lo studio delle Nazioni Unite, a giugno 2016 il ministero dell’Interno ha messo in piedi una unità specifica che si occupa di crimini particolari commessi contro le donne. Nell’unità ci sono agenti di sesso femminile, che si occupano anzitutto di fornire sostegno psicologico e di segnalare i casi di donne molestate ai servizi sociali. Finora, questa iniziativa non ha funzionato granché.

La fondazione Thomson Reuters lo scorso 17 ottobre ha pubblicato a sua volta uno studio sulle grandi città più pericolose per le donne, nel quale il Cairo è risultata essere in testa alla classifica. Sembra che le cose al Cairo siano peggiorate sin dal 2011, quando durante gli assembramenti di piazza Tahrir moltissime donne sono rimaste vittima di molestie o veri e propri stupri. Il Cairo in questa non lusinghiera classifica tra megalopoli, si piazza davanti a Nuova Delhi, Karachi e Kinshasa. Nelle sottocategorie specifiche, come quella legata al rischio di violenza sessuale nei confronti delle donne, il Cairo si piazza terza, dietro Nuova Delhi e San Paolo.

Tre diverse ‘fasi’ per le molestie

Abbiamo ipotizzato tre diverse casistiche con la app, ognuna legata alle diverse fasi“, spiega al Sharqawi ad Al Monitor. “Il primo aiuta le donne a rispondere a domande specifiche: cosa sta facendo la persona che ti guarda? L’area dove cammini è poco abitata? C’è qualcuno nelle vicinanze che può aiutarti? La app segue questo processo passo dopo passo, così da permettere alla donna una margine di protezione”. Per la seconda fase – nella quale una donna fa i conti con una molestia – l’utente può spingere un bottone con cui chiede immediatamente aiuto a qualcuno che si trovi nelle immediate vicinanze.

Questo meccanismo funziona sulla base di un network di volontari che si registrano sull’app e si offrono di aiutare donne vittime di molestie. Secondo quanto affermano gli sviluppatori, presto sarà possibile identificare i volontari (oggi anonimi), così da poterli selezionare in base all’esperienza passata. Per quel che riguarda la terza fase, nella quale una donna ha già subito una molestia, la app le fornisce una mappa dove sono indicate le stazioni di polizia più vicine, per denunciare la molestia. In questa fase è possibile anche ricevere indicazioni sull’ospedale o le cliniche più vicine. Street Pal ha ricevuto l’apprezzamento del Consiglio Nazionale delle Donne, che si occupa soprattutto di sostenere le donne durante le azioni legali contro i loro molestatori, oltre a fornire l’adeguato sostegno psicologico.

Source: www.agi.it

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