Figlio di Demetra o di Persefone e di Zeus, in alcuni testi figlio di Dioniso e di una ninfa, era venerato all’interno dei culti misterici di Eleusi, protetti da segretezza assoluta.
Non pare che avesse un posto determinato nel culto di Eleusi né nei riti dell’iniziazione; come non aveva un tempio suo proprio nella città dei misteri, dove era piuttosto ricevuto come un ospite straniero. Alcuni ritengono perciò che esso non fosse, in origine, che la personificazione del grido di giubilo con cui si salutavano le due dee eleusine.
Durante le feste il sacro corteo movendo dall’agorà, andava a prendere l’immagine di Iacco venerata in un santuario ateniese, probabilmente nello Iaccheion dove si trovava anche un gruppo delle tre divinità eleusine. Di qui l’immagine del dio, fra danze e canti, veniva portata, lungo la via sacra, ad Eleusi, dove la processione arrivava sul far della sera ed era accolta al lume di fiaccole.
I celebranti pregavano allora Iacco che, quale astro notturno, li guidasse alla sacra festa che doveva svolgersi sulle rive della baia eleusinia, dove l’eco dei monti ripeteva i canti degl’iniziandi e le onde del mare riflettevano le luci di miriadi di torce. La festa durava tutta la notte e il giorno successivo che veniva appunto designato come “giorno di Iacco”.
Maura Luperto
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