Dalle prime mestruazioni ai primi rapporti sessuali: come abbiamo già detto più volte, la pubertà è un periodo della vita complicato, pieno di nuove scoperte, e quindi anche di dubbi, paure e indecisioni. Una delle paure più diffuse, non appena si comprende come funziona il concepimento e cosa significa l’arriva del ciclo mestruale, è quella della gravidanza indesiderata: come si fa a ad evitare di rimanere incinta? Si può restare incinta durante le mestruazioni? Cosa sono e come si possono evitare le malattie a trasmissione sessuale? Per rispondere a queste ed altre domande che spesso affollano la mente di una adolescente, LINES, con il lancio della nuova campagna Domande Scomode, ha realizzato, in collaborazione con medici ed esperti del settore, un ricco insieme di articoli e video che cercano di fornire una corretta informazione su tematiche riguardanti il ciclo mestruale e la sessualità.
Affinché il sesso sia vissuto all’insegna della serenità e non della paura, è importante che le giovani ragazze che iniziano ad avere rapporti sessuali abbiano la possibilità di confrontarsi con qualcuno su questi temi. E l’ideale sarebbe che questo qualcuno fosse un genitore; ma sappiamo che parlare con i genitori di queste cose non è mai semplice e può creare imbarazzi, da entrambe le parti. Per essere più precisi, stando ai dati riportati sul sito della Società Italiana della Contraccezione, più del 60% delle ragazze non parla di contraccezione con la propria madre.
Il ruolo dei genitori è complesso. Parlare della sessualità con i propri figli significa in qualche misura parlare della propria sessualità con i propri figli e questo è un tabù generazionale che non può e non deve essere infranto.
Non poter parlare con i propri genitori di sesso e contraccezione è il primo passo per trasformare il sesso e la contraccezione in un tabù e ostacolare un’informazione corretta a riguardo. I ragazzi e le ragazze, soprattutto quando sono alle prime armi, si vergognano di fare domande esplicite, così preferiscono affidare il destino della loro educazione sessuale alle cose che sentono dire in giro, alle esperienze degli altri, riportate di bocca in bocca, o a internet, un canale perfetto per garantire l’anonimato di cui sentono il bisogno. Il problema è che, come sappiamo, non tutto ciò che si trova su internet corrisponde a una corretta informazione, anzi. Il risultato è che, stando sempre ai dati, il 75% della popolazione al di sotto dei 19 anni è sessualmente attiva. Di questa percentuale solo lo 0,3% delle ragazze ha una buona educazione sessuale.
Questi dati sono ovviamente la conseguenza diretta di un certo modo, tradizionale e ben radicato, di concepire la sessualità femminile, come qualcosa di non legato al piacere, di puro e unicamente orientato alla procreazione. Eppure, il desiderio che le donne hanno di viversi la sessualità ben al di là della maternità, è vecchio quanto il mondo. I primi accenni alla contraccezione si ritrovano nel papiro egizio di Ebers, cioè una raccolta di rimedi medici risalente al 1550 a.c. L’anticoncezionale in questione era una specie di tampone di mollica di pane, acacia, miele e datteri, che aveva una funzione spermicida. Sempre presso gli antichi egizi si riscontra l’utilizzo del primo preservativo, fatto di budello di animale, che, a differenza del tampone di mollica, serviva soprattutto per proteggersi dalle malattie veneree.
I greci usavano una pianta, il silfio, tipo il nostro finocchietto selvatico, anch’essa ad azione spermicida. E la usavano così tanto che a un certo punto l’hanno fatta estinguere. Durante il Medioevo, quando la visione della donna di cui abbiamo parlato sopra, si radica definitivamente, la contraccezione viene completamente vietata. L’unico “metodo” (che, NON è un vero metodo) concesso era il coito interrotto, accettato, seppur blandamente, perché ad esso si faceva riferimento nella Genesi. Inutile dire che le conseguenze di questi divieti portarono spesso a situazioni tragiche, così come tragici furono i risvolti di diversi “metodi” contraccettivi che si diffusero tra il ‘700 e il ‘900, come l’inserimento di piccoli sassolini in utero per evitare il concepimento, pipette varie con le quali le donne si somministravano grandi dosi di spermicidi, spesso tossici e dannosi.
È agli inizi del ‘900 che si iniziano a sperimentare metodi diversi da quelli di cui abbiamo parlato fino a ora, che – vedremo – sono definiti “a barriera”. Nel 1909, ad esempio, Richard Richter inventò il primo dispositivo intrauterino, vale a dire la prima spirale (che oggi chiamiamo IUD), uno strumento che viene inserito all’interno dell’utero, impedendo la fecondazione dell’ovulo. Ma è soprattutto a una donna che dobbiamo il passo più importante compiuto nella storia della contraccezione. Il suo nome è Margaret Sanger, e a lei dobbiamo l’apertura e la diffusione dei primi consultori familiari e l’invenzione della pillola (non la inventò direttamente lei, ma si avvalse dell’aiuto di un’altra donna, Katherine McCormick, e di due medici, Gregory Pincus e John Rock). Margaret Sanger aveva visto sua madre soffrire per 18 gravidanze (evidentemente non tutte desiderate), di cui 11 arrivate a termine, e poi morire per un tumore uterino, quando lei aveva 16 anni. Questa esperienza le fa capire quanto le donne siano biologicamente esposte a un evento che, così gestito, trascende la loro volontà. E decide di lottare per trasformare la maternità in una scelta libera e consapevole, nella speranza di migliorare così anche la condizione sociale dei futuri figli. Nel 1921 fonda la American Birth Control League (ABCL), i cui principi fondanti erano:
Riteniamo che i bambini dovrebbero essere
(1) concepiti nell’amore;
(2) nati dal desiderio consapevole della madre;
(3) generati solo entro condizioni che rendano possibile il mantenimento della salute. Pertanto, riteniamo che ogni donna debba possedere il potere e la libertà di prevenire la concezione eccetto quando queste condizioni possono essere soddisfatte.
Dal 1921 al 2018 dovrebbero essere cambiate molte cose, soprattutto per quanto riguarda la sessualità femminile e il ruolo della donna in genere. In un certo senso è sicuramente vero: abbiamo iniziato ad accettare, anche se con un po’ di fatica, che una donna non deve necessariamente voler essere madre; abbiamo riconosciuto che anche le donne hanno desideri e piaceri sessuali, esattamente come gli uomini, e quindi anche le donne hanno diritto di gestire la propria vita sessuale, proteggendo loro stesse e i propri compagni. Ma da un altro punto di vista – quello relativo all’informazione, che abbiamo considerato in apertura – le cose sono ancora abbastanza ferme. Basta pensare che, nel 2012, Melinda Gates, moglie di Bill Gates, in occasione del summit Family Planning 2020, di cui è stata lei stessa promotrice, ha ricordato nuovamente quanto l’accesso alla contraccezione sia fondamentale per la libertà di tutte le donne, e l’ha fatto utilizzando parole non troppo diverse da quelle che Margaret Sanger aveva utilizzato nel 1921:
Quando le donne possono pianificare le gravidanze in base ai loro obbiettivi e a quelli della loro famiglia, è più probabile che riescano a finire gli studi, a guadagnarsi l’indipendenza economica, a partecipare attivamente alla propria comunità. […] Bill e io abbiamo deciso insieme di scegliere quando avere un bambino in base ai miei e ai nostri bisogni, e mi sento fortunata per questo. Ci sono oltre 225 milioni di donne nel mondo che non hanno accesso ai moderni contraccettivi, e che quindi non possono fare le proprie scelte.
La contraccezione è un diritto fondamentale di tutte e di tutti, che ci siamo guadagnati duramente, attraverso una storia per nulla semplice. Riguarda non solo la scelta consapevole della maternità (da questo punto di vista riguarda soprattutto le donne), ma anche la possibilità di proteggersi dalle malattie a trasmissione sessuale, che – è sempre utile ricordarlo – possono contrarre tutti, e non solo alcune “categorie” di persone. È un diritto alla libertà e al tempo stesso alla responsabilità, libertà e responsabilità di scegliere come agire con se stessi e con gli altri. Ed è anche un’occasione per conoscersi meglio, comprendendo ciò che si desidera, sia singolarmente che in coppia. E un’informazione corretta è il primo modo per preservare questo diritto. Rinunciarvi sarebbe un peccato, no?
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Con la sua nuova campagna, LINES si pone l’obiettivo di avvicinare genitori e figli su tematiche che possono ancora creare qualche difficoltà comunicativa, e di migliorare l’informazione sulla salute femminile e sulla sessualità. Per qualsiasi dubbio o domanda scomoda potete trovare le vostre risposte nel nuovo programma di Sex Education su lines.it. Venite a scoprirlo!
Source: freedamedia.it
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