Il momento della macellazione, insieme a quello del trasporto, è fra i più delicati in termini di protezione degli animali. Negli ultimi anni in Italia diverse inchieste giornalistiche e delle ong hanno dimostrato, grazie anche all’utilizzo di telecamere nascoste, casi di maltrattamento sugli animali e gravi violazioni dei diritti dei lavoratori (mancanza di contratti o contratti irregolari, giornate lavorative di 14/15h…). Sono inoltre sempre più frequenti le aggressioni e le minacce ai veterinari. Una situazione, quella italiana, non differente da quelle francese e britannica dove le inchieste delle ONG L214 e Animal Aid, sempre per mezzo di telecamere nascoste, hanno permesso di mostrare esempi di violazioni e maltrattamenti.
Per questo Legambiente, CIWF Italia e Animal Law hanno organizzato oggi a Roma la prima conferenza nazionale “Telecamere nei macelli: più tutele per animali, lavoratori, veterinari e consumatori” per avviare un dibattito pubblico-nazionale sul tema coinvolgendo per la prima volta, intorno allo stesso tavolo, esperti di diversi settori – veterinari e lavoratori, associazioni ambientaliste e di protezione animale, giuristi, consumatori e ricercatori – con l’obiettivo di trovare soluzioni condivise, a partire dalla possibilità di introdurre in Italia una legge che preveda l’obbligo di installare impianti di videosorveglianza in tutti i macelli italiani.
Una richiesta che le tre associazioni indirizzano al Parlamento e che è ben riassunta nel documento presentato oggi a Roma, all’interno del quale spiegano il perché sia importante una normativa di questo tipo. Una legge che permetterebbe tra l’altro, di migliorare la protezione degli animali negli ultimi momenti della loro vita tutelando allo stesso tempo i lavoratori, compresi i veterinari. Temi quest’ultimi strettamente connessi tra di loro e ben affrontati oggi nel corso della conferenza che ha visto tra i vari partecipanti: Alessandra Raucci, Ministero della Salute, Marco Bermani, Segretario nazionale Flai CGIL e Antonio Sorice, Presidente Simevep. Tra gli altri interventi quelli dei medici veterinari Lebana Bonfanti e Guido Di Martino e dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie che hanno esposto i risultati di una loro ricerca in alcuni macelli italiani di suini, l’intervento del prof. Alfonso Celotto dell’Università Roma Tre, che ha trattato gli aspetti legali connessi alla possibilità di approvare una legge nel nostro Paese, e di Sabrina Bergamini, giornalista della rivista Helpconsumatori che ha parlato delle tendenze di acquisto dei consumatori in relazione con il benessere animale.
“Quello di oggi è stato un evento storico – ha dichiarato Annamaria Pisapia, Direttrice di CIWF Italia Onlus – Per la prima volta abbiamo potuto mostrare le forti interconnessioni tra tutela degli animali e dei lavoratori, sia operatori che veterinari, all’interno dei mattatoi. Il messaggio che ne è emerso è forte e chiaro: la videosorveglianza potrebbe migliorare le condizioni di tutti e fornire ai consumatori le dovute assicurazioni. Da oggi parte il percorso, su cui veglieremo, perché queste istanze si traducano in una proposta di legge”.
“Le sempre più numerose richieste dei cittadini e le inchieste dei mesi scorsi – ha spiegato Nino Morabito, Responsabile benessere animali di Legambiente – dimostrano che le telecamere nei macelli sono uno dei modi in cui le nuove tecnologie possono esser messe, con intelligenza, a servizio dell’interesse collettivo, a beneficio di tutti: animali, veterinari, personale e consumatori. Chiediamo al Parlamento da poco insediato di dare seguito a questa innovativa e giusta istanza”.
“La nostra società ha spiegato Alessandro Ricciuti, Presidente Animal Law – si pone sempre più domande sul trattamento degli animali, anche grazie alle inchieste delle associazioni animaliste, che con telecamere nascoste anno dopo anno denunciano condizioni illegali ed eticamente inaccettabili all’interno di allevamenti e macelli. Per quanto le violazioni alle norme sul benessere animale siano difficili da accertare, lo Stato non può più permettere che a scoprire comportamenti illeciti siano sempre e soltanto le telecamere nascoste. La richiesta di trasparenza viene direttamente dalla società ed è necessario che ottenga una risposta adeguata, nel rispetto delle leggi e dei diritti di tutti i soggetti coinvolti”.
Source: lanuovaecologia.it