Disoccupazione USA. Milioni di lavoratori part-time sono alla disperata ricerca del full time e il loro numero è persino superiore rispetto a prima della Grande Recessione.
Nel mese di marzo l’economia degli USA ha registrato soltanto 98.000 nuovi posti di lavoro, il più piccolo incremento mensile in quasi un anno, dopo l’aumento di oltre 200.000 nuovi posti di lavoro contabilizzato sia nel mese di gennaio che in quello di febbraio. Gli economisti avevano previsto che il numero di posti di lavoro creati a marzo si sarebbe attestato a quota 180.000: ma nonostante questo risultato mensile ben al di sotto delle aspettative, la disoccupazione è comunque scesa al livello più basso degli ultimi 10 anni a quota 4,5%, contro il 4,7% del mese di febbraio.
Peccato che a fronte di questo record, peraltro invidiabile per la maggior parte delle economie europee, il tasso di disoccupazione ‘reale’, che comprende i lavoratori part-time involontari che preferirebbero lavorare a tempo pieno e di chi è a caccia di lavoro e che ha rinunciato alla ricerca di un posto, si posiziona all’8,9%. A marzo erano circa 5,6 milioni i lavoratori part-time involontari (cioè alla ricerca di lavoro full time), in calo rispetto ai 6,4 milioni di un anno prima, e lontano dal picco di 8,6 milioni registrato nel settembre 2012 ma ben al di sopra dei 4,5 milioni contabilizzati nel novembre 2007, secondo il Bureau of Labor Statistics.
Secondo l’Economic Policy Institute, un’organizzazione no-profit think-tank di Washington, il 54% della crescita dei posti di lavoro part time involontario tra il 2007 e il 2015 si sono sviluppati all’intero dei settori retail, tempo libero e le case di cura per anziani. Insomma, si delinea un prolungato cambiamento strutturale verso un uso più intensivo di lavoro a tempo parziale, secondo un report diffuso dall’Economic Policy Institute.
Tra le implicazioni negative che pesano sui lavoratori part time involontari c’è la spezzettatura delle ore di lavoro con orari variabili di settimana in settimana e su turni giornalieri.
Inoltre i lavoratori a tempo parziale soffrono di un tasso più basso di copertura previdenziale e di minori benefit rispetto ai lavoratori a tempo pieno, come l’accesso all’assicurazione per la copertura alle prestazioni sanitarie nonchè per le attività retribuite nel tempo libero.
Alla luce di questo fenomeno, gli esperti del settore sostengono che la persistenza di un numero così elevato di lavoratori part-time involontari è un indicatore di debolezze sottostanti nel mercato del lavoro degli Stati Uniti: un aspetto che le semplici statistiche sui dati sulla disoccupazione nascondono.
Source: https://it.businessinsider.com