Il nome ricorda lo slogan di un noto marchio alimentare. Ed effettivamente la tavola c’entra. Ma “Startup in famiglia” non ha a che fare con dadi e sughi pronti: è un nuovo format che porta l’innovazione nelle case degli italiani, con 70 cene, in quaranta città (da Milano a Torino fino a Bari e Palermo, passando per Roma e Firenze). Tutte nello stesso giorno: il 30 giugno.
L’iniziativa è promossa da Heroes, meet in Maratea (festival su futuro in programma nella città lucana dal 21 al 23 settembre), Gnammo (la principale piattaforma italiana di social eating), con la community di Instagramers Italia.
Le famiglie sono state selezionate tra i 220mila utenti di Gnammo: apriranno le porte di casa propria e ascolteranno le idee degli startupper d’avanti ai piatti preparati dai cuochi attivi sulla piattaforma. Non saranno solo ospiti ma anche giudici: valuteranno le startup ed eleggeranno una vincitrice. In palio servizi di accelerazione come mentoring, consulenza grafica e rebranding, oltre alla partecipazione ad Heroes, dove saranno presenti manager, investitori e business angels provenienti dall’Italia e dall’estero.
Insomma, una vetrina sui generis, in un contesto atipico. Per crare, afferma Cristiano Rigon, presidente e ceo di Gnammo, “un ponte tra l’universo delle startup e il mondo reale, uscire fuori da classici schemi, anche linguistici, dettati dagli addetti ai lavori”.
L’obiettivo, però, è anche un altro: “Svolgere un’attività di alfabetizzazione all’innovazione “, si legge in una nota diffusa da Heroes, rivolta a chi di solito è “lontano dai luoghi classici legati al mondo dell’autoimprenditorialità e delle startup d’impresa, quali università e incubatori”.
“Verranno raccolte idee, frammenti di vita quotidiana, foto e storie, video e parole che permetteranno alla migliore idea di impresa di emergere tra le altre”, spiega Andreina Serena Romano, co-founder di Heroes. Poi, certo, è anche un modo (legittimo, creativo) di lanciare il festival di Maratea. Che ha avuto successo: all’appello di Startup in famiglia hanno risposto giovani imprese di diversi settori, “dal babysitting al food, dall’arte al digitale, dall’ambiente alla tecnologia”.
Source: www.agi.it