È quanto afferma con non poche preoccupazioni Claudio Mencacci, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze e salute mentale dell’ASST FBF-Sacco di Milano, autore, insieme con Gianni Migliarese, psichiatra del Fatebenefratelli, del libro “Quando tutto cambia. La salute psichica in adolescenza” (Pacini Editore).
Sotto accusa arriva la cosiddetta “insonnia tecnologica”, che mina lo sviluppo cerebrale dei giovani ragazzi, e le nuove dipendenze di quelle da sostanze che continuano in forma sempre nuova a minacciare i teenager.
“La nuova droga ‘invisibile’ ha mille fonti: “Internet, smartphone, gambling, social network, pornografia, videogiochi online e non – dice Mencacci. Come tante sono le forme di questa dipendenza crescente dalla tecnologia. Alcune sono diventate famose: nomofobia (paura di rimanere sconnessi), Fomo (paura di essere tagliati fuori dai social), ringxiety (ansia da smarphone), textiety (ansia da messaggio), vamping (ore notturne trascorse sui social media)”.
Un elenco di parole spaventose e a noi vecchie leve quasi sconosciute, una serie di condizioni che non possiamo non vedere più e che ci indicano che gli adolescenti hanno bisogno di aiuto per trovare punti di riferimento validi per una loro crescita in positivo. Tutti abbiamo avuto angosce legate all’età, ma quello che emerge da questa generazione è che le risposte i ragazzi di oggi le cercano non più nelle figure genitoriali ma dai social.
“I nostri adolescenti vivono un passaggio difficile: hanno poco passato, un presente incerto e un futuro di cui non si posseggono tracce, in sostanza navigano in un nuovo universo senza mappe, ‘a vista’.”
E ciò che li unisce un costante stato di allerta, di giorno come di notte.
Tutto ciò a cosa porta? A depressione, come afferma Mencacci, a un vero e proprio squilibrio nella chimica del cervello, come sostiene una ricerca dell’Università della Corea e a quello che viene definito il “primo killer” del cervello giovane: la carenza di sonno.
“A 18 anni il 75% dei ragazzi dorme meno di 8 ore, il 10% dorme meno di 6 ore. Si comincia fin da bambini, con una sempre maggiore esposizione a sostanze stimolanti. Uno studio mostra che l’insonnia è presente nel 10% dei casi. E la deprivazione di sonno, soprattutto se cronica, porta conseguenze. Il tempo trascorso svegli influenza il numero delle sinapsi che si formano o che vengono eliminate nel cervello dell’adolescente. C’è una difficoltà a gestire situazioni di adattamento a stress crescenti, anche le dinamiche di ansia e depressione sono strettamente legate alla quantità e qualità del sonno”.
Ovviamente il mancato riposo porta a “conseguenze cognitive” che, secondo i dati degli esperto, vengono poi aumentate anche dall’utilizzo di sostanze, come cannabis e nuove sostanze psicoattive.
Sicuri che lasciarli soli col loro smartphone li renda giovani felici e appagati? Riprendiamo in mano le redini e facciano in modo che crescano adulti con senno e cervello!
Source: greenme.it
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