Sto con il mio fidanzato da quasi 15 anni e non abbiamo nemmeno una singola foto di noi due insieme. Spero che non ci lasceremo mai, altrimenti non potrei fare la classica scena da telefilm in cui piango guardando le nostre foto, con una canzone di Taylor Swift in sottofondo. So che a molti potrebbe sembrare strano, ma vi invito a mettervi nei miei panni: immaginate quanto sembrino strane a me quelle coppie che condividono tutto sui social.
Selfie, status melensi, tag ai video delle canzoni dei Coldplay, screenshot delle conversazioni su WhatsApp, video di baci con un chilometro di lingua davanti a mete turistiche…tutte cose che, se va bene, non interessano a nessuno, e se va male causano imbarazzo tra gli amici, che finiranno per sfotterle davanti a una birra alla prima occasione. Eppure le oversharing couples vanno avanti imperterrite, convinte per ragioni imperscrutabili ai mortali che il loro amore susciti affetto, invidia e ammirazione nella gente, quando in realtà suscita solerti “che palle!” seguiti dal blocco su Facebook.
Cosa spinge un individuo a bersagliarmi il feed coi cuoricini in teoria destinati alla sua fidanzata? E che tipo di ragazza sente il bisogno di rendermi partecipe di ogni singolo mesiversario? Mi sono posta queste domande per anni, e finalmente ho la risposta.
Secondo una ricerca condotta dal College Albright in Pennsylvania, i soggetti più propensi a questo tipo di condivisione sono quelli con un alto Relationship Contingent Self-Esteem (RCSE), cioè la cui autostima dipende strettamente dal successo delle loro relazioni romantiche.
Tutti desideriamo l’amore e può capitare, quando non lo abbiamo, di sentirci soli, oppure di valutare negativamente noi stessi dopo la fine di una relazione. Inoltre, cosa c’è di più normale che sentirsi sfiduciati e feriti dopo che il partner ci ha fatto del male? Sono esperienze di vita comuni, ma che per un RCSE hanno un peso molto più grave e definitivo, dal momento che impattano più di tutto il resto della sua autostima.
I ricercatori sono giunti a questa conclusione dopo aver sottoposto un gruppo di volontari e due tipi di controlli: uno relativo alla presenza online e l’altro alla personalità. Affinché i dati fossero trasversali, tali volontari erano tutti impegnati sentimentalmente da archi di tempo variabili tra i pochi mesi e i trent’anni.
Se condividere un discreto numero di status legati alla propria relazione è risultato comune, tra innamorati, è emerso anche che solo tra RCSE questo assume significati legati al controllo. I tipici “fidanzati che mettono sempre like”, per intenderci, usano la loro presenza online per validare continuamente la loro relazione, assicurarsi che tutto funzioni e che quindi si possa stare tranquilli. In questo c’è una componente di gelosia, ovviamente, ma soprattutto un bisogno interiore di essere rassicurati. Niente di male se non fosse che, più o meno consapevolmente, questi gesti finiscono spesso per essere usati allo scopo di controllare il compagno.
Inoltre pare che siano gli introversi, più degli estroversi, a condividere i propri “fatti amorosi” sui social. Gli estroversi sono più propensi a condividere informazioni personali in generale, ma non la loro vita di coppia. Questo ha stupito i ricercatori, che si aspettavano un risultato diverso.
Se però davate per scontato che l’oversharing servisse a compensare una relazione in realtà manchevole, vi sbagliate. Almeno nel caso degli RCSE, è risultato che le relazioni più “condivise” sono in effetti anche quelle che rendono entrambi i partner più felici.
Mi sa che ci tocca smettere di sbottare “tanto vi lasciate!” davanti alle foto pucci-pucci delle coppie, gente. Ma niente ci vieta di continuare a nasconderle dalla home.
Source: freedamedia.it