Ho preso il brutto vizio di guardare il cellulare appena sveglia. Cosa intendo per “guardare” lo potete immaginare: scorro Facebook, scorro Twitter, leggo articoli, rispondo a messaggi. Così, nel primo quarto d’ora della mia giornata, mi sono già costretta a ricevere e scambiare informazioni, ed è possibile anche che mi sia già rovinata l’umore, visto e considerato il flusso di notizie non esattamente incoraggianti e di commenti non esattamente intelligenti. Anziché indugiare in questa abitudine negativa, dovrei iniziare anch’io a scrivere le mie Morning Pages.
“Morning Pages” (che significa semplicemente “pagine del mattino”) è il nome con cui viene definito il rituale molto amato di scrivere tre pagine –750 parole circa – al mattino appena sveglie. A darglielo è stata la sceneggiatrice Julie Cameron nel suo libro del 1992 The Artist’s Way, in cui ha raccontato come questa abitudine l’abbia aiutata a uscire da un momento di profonda depressione in seguito alla stroncatura di un suo film da parte della critica. Julie si sentiva sfiduciata, insicura, incapace, odiava sé stessa e i propri insuccessi, ma grazie alla scrittura è riuscita a ritrovare un equilibrio. Il principio è semplice, quasi ovvio, se ci pensate: sfogare pensieri, riflessioni e sensazioni non può che far bene, come quando parliamo con un’amica. La scrittura, però, ha il vantaggio di essere privata, e ci costringe quindi a guardarci dentro con sincerità. Il processo, afferma Julie, è simile a quello della meditazione, e offre i medesimi benefici.
“Una volta messi quei pensieri paludosi, fastidiosi, confusi sulla pagina, affrontiamo la giornata in modo più chiaro. Siamo più onesti con noi stessi, più centrati, e più spiritualmente in pace.”
Bella scoperta, direte voi, è praticamente come scrivere un diario, no?
Non proprio. Di certo il principio è lo stesso, ma la differenza sta nel rigore, che è indispensabile. Infatti, per scrivere pagine davvero utili a voi stesse dovete tenere a mente alcune cose.
1) Le pagine sono mattutine per un motivo: appena sveglie le nostre difese sono più basse, ed è molto più facile aprirci senza innescare meccanismi di autodifesa, come evitare un problema o usare l’ironia. Senza contare che i sogni possono offrire ottimi spunti per cominciare.
2) Le pagine devono essere tre: Julie ha scoperto che il numero ideale di pagine è tre, perché ci costringe a non essere superficiali. Infatti è molto difficile svegliarsi in vena di grandi ragionamenti, più facile è invece partire da constatazioni banali (“voglio tornare a dormire”) e da lì avanzare piano piano in acque più profonde. “La seconda pagina e mezzo di solito è la più difficile, ma anche la più fruttuosa” dice. Allo stesso modo, il limite di tre pagine ci impedisce di scivolare nel narcisismo e nell’egocentrismo.
3) Le pagine non devono essere belle: queste pagine servono a noi, non devono essere lette da terzi, per tanto soffermarsi sul senso o sulla bella scrittura è controproducente, oltre che inutile. Non sentitevi obbligate a dire “cose intelligenti”, a volte anche solo descrivere quello che avete davanti vi condurrà a riflessioni e ricordi inaspettati.
4) Le pagine devono essere scritte a mano: esistono siti che aiutano a scrivere e conservare le Morning Pages, ma l’ideale rimane scriverle a mano: l’azione fisica aumenta la concentrazione, costringe a rallentare, ci rilassa e soprattutto ci aiuta a entrare in contatto con noi stesse, dove invece lo schermo metterebbe una distanza.
Infine, se credete di essere troppo impegnate per scrivere tre pagine ogni mattina (il tempo richiesto è di circa mezz’ora), sappiate che l’imprenditore Chris Winfield pensava lo stesso, e ha concluso che si sbagliava. In 241 giorni, racconta, le Morning Pages gli hanno cambiato la vita.
“Sono una di quelle cose apparentemente così semplici che ci sembra impossibile possano funzionare. Una delle cose più importanti che ho capito nel corso della mia vita è che spesso le cose migliori sono davvero quelle semplici, ma le nostre menti complicate ci dicono che non funzionerebbero per noi.”
Tra i benefici riscontrati da chi si è abituato a compilare le sue pagine mattutine ci sono la riduzione dell’ansia, l’elaborazione di problemi personali che sembravano insormontabili, l’aumento della creatività, della concentrazione e delle abilità di problem solving, oltre che la ritrovata capacità di mettere a fuoco le cose davvero importanti.
Considerando che mezz’ora è il tempo che tranquillamente finiamo per sprecare scorrendo i social, forse vale la pena di provare.
Source: freedamedia.it
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