Non è sempre stato così. Per decenni anche su questa isola sono state utilizzate le fonti fossili. Poi nel 2008 gli abitanti hanno ufficialmente votato il passaggio alle rinnovabili, diventando la prima comunità ad affidarsi ad un sistema elettrico off-grid.
Il passaggio alle rinnovabili
Quest’isola è grande poco più di 31 km quadrati e ci vivono 105 residenti. Tutti prelevano l’energia di cui hanno bisogno grazie alla presenza di una serie di sistemi combinati che sfruttano le fonti rinnovabili: generatori idroelettrici, turbine eoliche, pannelli solari e batterie. Due generatori a diesel da 80kW si attivano in giornate o momenti in cui proprio non è possibile contare su queste fonti, aggirando quindi il problema dell’intermittenza. In tutti i casi “con questo assetto possiamo alimentare l’isola durante il giorno senza problemi e ricaricare le batterie per avere energia anche di notte”, per dirla con le parole di John Booth, ex direttore della Eigg Electric, l’utility dell’isola, di proprietà dalla comunità.
I vantaggi del consumo responsabile
Prima del passaggio completo alle rinnovabili l’isola dipendeva appunto sui generatori a diesel, rumorosi e costosi, senza contare che potevano funzionare soltanto per alcune ore al giorno. Con la svolta verso le energie pulite invece si ha energia 24 ore su 24. Non solo, in certe giornate si genera un surplus di energia, soprattutto quando il vento soffia molto forte o piove molto, e in questo caso si accende automaticamente il riscaldamento nella chiesa o nella sala polifunzionale della comunità, tutti spazi comuni da tenere caldi durante l’inverno.
E tutti gli abitanti sono incoraggiati ad usare l’energia in maniera responsabile. Ogni casa ha un limite massimo di 5kW alla volta, che comunque risulta essere abbastanza perché ad esempio una lavatrice e un bollitore possano essere accesi insieme, oppure 50 lampadine da 100w. Le aziende hanno invece un limite di 10kW. Scatta una sanzione se qualcuno supera il limite, ma esiste un contatore che aiuta a tenere sotto controllo i consumi.
Anna Tita Gallo
Source: greenme.it