Lo rivela un nuovo studio, secondo cui per la prima volta è stato possibile sapere come camminava un bambino di 2 anni e mezzo, più di 3 milioni di anni fa.
Jeremy DeSilva, professore associato di antropologia al Dartmouth College, è una delle autorità più importanti del mondo ad essersi occupata dei piedi dei nostri antenati più antichi. Secondo lui, questo è il piede più completo di bambini mai scoperto.
Grande quanto un pollice umano, il piedino fa parte di uno scheletro quasi completo risalente a 3,32 milioni di anni e appartenente a una giovane femmina di Australopithecus afarensis scoperta nel 2002 nella regione di Dikika in Etiopia da Zeresenay (Zeray) Alemseged, professore dell’Università di Chicago e autore senior dello studio.
Situato in un momento critico della storia dell’essere umano, l’Australopithecus afarensis era più legato all’Ardipithecus ma non era ancora ai livelli dell’Homo erectus. Il piede di Dikika aumenta la ricchezza di conoscenze sull’evoluzione scheletrica degli ominidi.
Dato che il fossile del piccolo piede appartiene alla stessa specie di Lucy e si trovava nelle vicinanze, non sorprende che il bambino di Dikika si stato erroneamente etichettato “Lucy’s baby” dalla stampa popolare, sebbene il piccolo risalisse a 200.000 anni prima di Lucy.
Nello studio dell’anatomia straordinariamente preservata del piede fossile, il team di ricerca ha cercato di ricostruire come sarebbe stata la vita anni fa per questo bambino e come i nostri antenati siano sopravvissuti. Hanno esaminato per cosa il piede è stato usato, come si è sviluppato e cosa ci dice sull’evoluzione umana. I reperti fossili indicano che questi antichi antenati erano abbastanza bravi a camminare su due gambe.
“Camminare su due gambe è un tratto distintivo degli essere umani, ma camminare male in un paesaggio pieno di predatori è una ricetta per l’estinzione”, ha spiegato DeSilva.
Secondo i ricercatori, a 2 anni e mezzo, la bambina di Dikika sapeva già camminare su due gambe, ma gli indizi forniti dal piede fossile dicono che trascorreva ancora molto tempo tra gli alberi, aggrappandosi alla mamma mentre cercava cibo.
Basandosi sulla struttura scheletrica del piede, in particolare sulla base dell’alluce, è emerso infatti che i bambini probabilmente trascorrevano più tempo sugli alberi.
“Vivendo in Africa 3 milioni di anni fa senza fuoco, senza strutture e senza mezzi di difesa, era meglio stare sugli alberi dopo il tramonto del sole”, ha aggiunto DeSilva. “Questi risultati sono fondamentali per comprendere l’adattamento alimentare ed ecologico di queste specie”, ha osservato Alemseged.
Source: greenme.it
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