Sembra che cancellare i ricordi traumatici sia possibile, almeno in teoria. Attenzione, però, non immaginatevi scenari alla Se mi lasci ti cancello, perché la faccenda è più complessa di così.
I ricercatori dell’Università di Toronto sono riusciti a localizzare le cellule del cervello che decodificano, e quindi conservano, i ricordi dolorosi. Non stiamo parlando di dolori passeggeri, però, per quanto profondi. Anche perché, lo sappiamo, soffrire aiuta a crescere, a sviluppare empatia, a imparare importanti lezioni. Alcuni ricordi, però, possono incidere in modo drammatico sulla vita di un individuo, fino addirittura a invalidarlo. Stiamo parlando ovviamente di ricordi legati ad eventi traumatici estremi, che sono causa del Disturbo Post Traumatico da Stress. Tra chi soffre di questa sindrome ci sono un numero altissimo di soldati, ma anche persone che hanno subito abusi, aggressioni e minacce. Mancanza di sonno, paranoia, attacchi di panico, sono solo alcuni dei sintomi della DPST, che è difficile da trattare e spesso sfocia nella dipendenza cronica dai farmaci. Da qui, l’intenzione di trovare una cura permanente, vale a dire il modo di “disattivare” le cellule del cervello che conservano certi ricordi.
La dottoressa Sheena Josselyn, Professoressa Associata del Dipartimento di Filosofia, ha detto che le prove eseguite sui topi sono andate a buon fine e lasciano ben sperare, ma che naturalmente la comunità scientifica è ben consapevole delle controversie etiche legate ad una simile scoperta.
Potrebbero esserci dei lati negativi, specialmente se applicata a persone che vogliono liberarsi di brutti ricordi, come le rotture sentimentali spiacevoli. Tutti impariamo dai nostri errori. Se ne cancelliamo il ricordo, cosa ci trattiene dal ripeterli?” ha detto. “Ci sono grosse considerazioni da fare e questioni etiche da tenere in considerazione. Solo perché qualcosa è possibile, non significa che vada fatto. I nostri studi hanno provato il principio che sì, cancellare i ricordi è possibile. La nostra società, però, deve prima sviluppare un’etica adeguata in proposito.
Insomma, la strada per vedere applicata questa scoperta – che comunque potrebbe rivelarsi salvifica per alcuni – è ancora lunga. Considerando quanto facilmente le cose sfuggono di mano, è meglio così.
Source: freedamedia.it