ROMA (ITALPRESS) – Alex Schwazer fu accusato ingiustamente di doping nel 2016. Questa la convinzione del giudice per le indagini preliminari di Bolzano, Walter Pelino, che ha disposto l’archiviazione del marciatore altoatesino, finito sotto accusa per frode sportiva. Una decisione che apre nuovi, imprevisti scenari su una vicenda cominciata nel giorno di Capodanno del 2016, quando un controllo antidoping portò alla seconda squalifica del campione olimpico di Pechino 2008. Fermato per otto anni dal Tas, il marciatore non ha però mai perso le speranze. “Oggi è la mia vittoria più importante, molto più di un titolo olimpico e di una 50 km che è meno faticosa – ha spiegato Schwazer – Sono molto felice, è stata fatta giustizia. Probabilmente non potrò dimenticare tutto, ma questa ordinanza mi ripaga”. Nelle motivazioni, peraltro, il gip di Bolzano va oltre all’archiviazione, ipotizzando addirittura una responsabilità della Federazione internazionale di atletica leggera e dell’Agenzia mondiale antidoping nella manipolazione delle urine. “Siamo stati vittime di un imbroglio infame e vigliacco”, ha ribadito Sandro Donati, tecnico dell’altoatesino, rilanciando poi le speranze di un ritorno alle gare: “Con due mesi di allenamento da professionista, credo che batterlo sia davvero molto difficile”. “Le sentenze non si commentano mai – ha dichiarato il nuovo presidente della Federazione italiana di atletica leggera, Stefano Mei – Se le anticipazioni di stampa fossero rispondenti al vero si aprirebbero scenari inaspettati”. Il sogno di Schwazer di tornare in gara ai Giochi di Tokyo sembra ancora impossibile, ma certo la decisione del gip di Bolzano restituisce speranza all’azzurro, che per ora se la cava con una battuta: “Quando tornerò a marciare? Anche domani, potete vedermi in allenamento”.
(ITALPRESS).