PALERMO (ITALPRESS) – In una fotografia della qualità offerta dal Servizio sanitario nazionale, le strutture siciliane che operano nell’area oncologica presentano risultati analoghi o talvolta anche migliori rispetto a quelle delle regioni del Nord o del Centro Italia. E’ quanto emerge dal Rapporto sulla Qualità degli Outcome clinici negli Ospedali italiani 2023, elaborato da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) e Aiop (Associazione italiana ospedalità privata), che propone una valutazione comparativa tra le strutture di diritto pubblico e le strutture di diritto privato del Servizio Sanitario Nazionale, da cui si evince la qualità offerta dalla sanità italiana, con un focus sulla variabilità tra regioni e all’interno delle stesse, sulla base dei risultati del Programma Nazionale Esiti (PNE) 2022.
Per quanto riguarda l’area della chirurgia oncologica, in Sicilia le strutture con livello di qualità bassa/molto bassa raggiungono il 53% tra le pubbliche e l’11% tra le accreditate. Quelle che presentano un livello di conformità alto o molto alto rispetto allo standard sono il 42% nel pubblico e il 78% nel privato.
In un confronto con le altre regioni, si evidenzia quindi che nell’area oncologica le strutture siciliane di diritto pubblico e quelle di diritto privato riportano risultati sostanzialmente analoghi, in qualche caso anche migliori, rispetto a regioni del Nord e del Centro Italia. In Lombardia, per esempio, il 38% delle strutture di diritto pubblico e il 64% di quelle di diritto privato presentano un alto/molto alto livello di conformità agli standard, mentre, rispettivamente, il 56% e il 24% hanno livelli di qualità inferiori all’atteso.
Nell’area del sistema cardiocircolatorio, sull’Isola la proporzione di strutture di qualità bassa o molto bassa è analoga tra pubblico e privato accreditato (13%) mentre le strutture che presentano un livello di conformità alto o molto alto rispetto allo standard raggiungono il 39% nel pubblico e il 69% nel privato. Un dato che va letto anche nel confronto con le altre regioni. Se si considera, infatti, a titolo comparativo, una regione in cui il privato accreditato è presente in modo rilevante come il Lazio, emerge che 12 strutture laziali di diritto privato (41% delle accreditate) presentano una qualità alta o molto alta mentre lo stesso livello è raggiunto da 19 strutture pubbliche (61% del comparto).
In Lombardia, invece, il 45% delle strutture di diritto pubblico e il 74% di quelle di diritto privato presentano un alto/molto alto livello di conformità agli standard.
In Sicilia, delle 15 strutture pubbliche valutate rispetto all’area del sistema nervoso, il 60% presenta uno standard di qualità basso o molto basso e solo il 15% un livello di qualità alta o molto alta. Diversi, invece, i numeri delle strutture di diritto privato: su cinque strutture valutabili, le quattro valutate presentano uno standard di qualità alta o molto alta, un dato che rappresenta l’80%. A titolo comparativo, in Lombardia il 59% delle strutture di diritto pubblico e il 67% di quelle di diritto privato presentano un alto/molto alto livello di conformità agli standard, mentre, rispettivamente, il 9% e il 7% hanno livelli di qualità inferiori all’atteso. Nel Lazio, invece, due strutture pubbliche (17% del comparto) e tre di diritto privato (60% delle accreditate) presentano una qualità alta o molto alta, mentre, rispettivamente, il 17% e il 20% hanno livelli sub-standard.
“La differenza di performance tra la componente di diritto pubblico e quella di diritto privato del Servizio sanitario nazionale assume nel Sud e nelle Isole una natura peculiare – spiega la presidente dell’Aiop Barbara Cittadini -. E’ qui, infatti, che si rileva una divaricazione maggiore – che vede una più elevata qualità delle strutture accreditate rispetto a quelle pubbliche – in quasi tutte le aree cliniche valutate. Questo risultato si rispecchia non solo nella maggiore percentuale di strutture di diritto privato con qualità alta ma, anche, nella minore proporzione di strutture accreditate con qualità bassa. Possiamo, dunque, affermare che non esiste solo un “fenomeno nord-sud”, ma che occorre guardare cosa succede nel contesto territoriale specifico e valutare quali siano i determinanti degli esiti migliori. Un esempio è il dato siciliano relativo all’area oncologica, dove sia le strutture di diritto pubblico sia quelle di diritto privato riportano risultati sostanzialmente analoghi, se non migliori, rispetto ad entrambe le componenti delle regioni del nord e del centro Italia. Ma il risultato principale è l’eterogeneità nella qualità delle cure offerte nel SSN e, quindi, l’iniquità di accesso ai servizi migliori, a seconda della singola struttura erogatrice”.
– Foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
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