Ho letto in questi giorni alcuni post dei nostri referenti in cui vengono espresse perplessità, aspettative deluse, malumori e rese. Poi ne leggo altri di risposta in cui emerge una profonda riflessione sul significato di essere parte di un progetto, sulla condivisione di un ideale, sulla comunione di intenti e sulla totale comprensione del significato di esserci non per un ruolo, ma esserci proprio come elemento base di una evoluzione.
Il progetto non è nato per soddisfare bisogni personali, desideri di rivalsa e di riscatto. Attraverso il progetto non si nutrono egoismi, non si soddisfa il bisogno di potere, ma si nutre solo la volontà di creare quella nuova visione di Mondo Migliore che ci mette tutti sullo stesso piano perché l’unico valore riconosciuto è quello umano.
L’unico merito è quello della collaborazione, l’unica medaglia è quella del rispetto. Vorrei specchiarmi in occhi trasparenti di sincerità, condividere sorrisi di serena consapevolezza e respirare atmosfere di collaborazione pur nelle diversità caratteriali e nelle differenti capacità espressive. Perché ciò che non dobbiamo dimenticare è che tutti siamo uno. I bisogni non sono dell’anima, ricordalo.
La gioia ed il piacere del cuore, sì. Se stai per fare una scelta chiediti: “È un piacere ciò che sto per fare?” Ascolta la tua risposta. Ti puoi sorprendere a provare piacere in cose che a volte hai fatto per dovere o, al contrario, puoi non provare piacere del cuore nel fare ciò che pensavi ti piacesse.