Tanti referenti abitano il mondo dei CLEMM. Persone che si sono messe a disposizione per essere punti di riferimento, fari luminosi per coloro che intendono seguire una via che fa rotta verso il Mondo Migliore. Non tutti però hanno compreso la reale portata della responsabilità che si sono assunti.
Quando si sceglie di seguire il progetto COEMM, si decide di entrare in un nuovo campo di esperienze che la vita ci propone. Non ci si può prendere in giro, non ci si può raccontare storie facendo finta che le cose che vogliamo siano in sintonia con le linee guida del progetto, perché se vogliamo “un gelato con la panna” possiamo certamente averlo ma non possiamo decidere al posto degli altri e dichiarare di sapere che tipo di gelato devono mangiare, in questo modo diamo solo un cattivo esempio.
Quando accettiamo di essere referenti, ovvero “RIFERIMENTO “ dobbiamo vedere le persone che ci seguono come un valore; questo non accade se ci sintonizziamo su frequenze diverse e decidiamo di essere “IO, SOLO IO!” Non è questa la strada da percorrere per cambiare le cose e rendere il mondo migliore, questa via non può rappresentarci, perché ognuno deve sentirsi libero di decidere per sè e il compito dei referenti è quello di sostenere e di informare sui valori dell’etica e dell’altruismo che il progetto propone.
Quando prendiamo una decisione al posto di altre persone noi stiamo esprimendo la nostra opinione. Esempio: “Metti quelle scarpe che ti stanno bene “, magari sono proprio le scarpe più odiate da quella persona. Accade quindi che pensiamo in base ai nostri gusti e non a quelli degli altri. Prendiamo decisioni al posto degli altri quando per esempio vogliamo migliorare la loro realtà stabilendo però i metodi che appartengono solo alla nostra personale visione e questo non è corretto.
Nella visione del progetto chi è referente attua un confronto maturo e consapevole e siccome tutti possiamo sempre migliorare, la responsabilità di guidare con amore, trasmettere con amore, indicare la via del rispetto, devono diventare i principi cardine su cui basare il percorso per quel mondo che si sta costruendo.
Ma mettiamo che i referenti incontrino qualcuno che non crede a nulla. Si prende atto che credere o meno è un diritto, non si possono imporre le proprie personali visioni però possiamo dimostrarle. Solo in questo modo diventiamo esempio positivo e si attua il cambiamento di coscienza. Quando trasmettiamo un’idea agli altri solo attraverso il linguaggio abbiamo uno scambio mentale, quando invece oltre alle parole facciamo seguire le “buone azioni” queste diventano insegnamenti. Noi siamo esempio da seguire! Se desideriamo essere punto di riferimento concreto e di valore allora non incontreremo gli altri giudicandoli o imponendo loro qualcosa che vorremmo noi. In tal caso è solo il nostro ego che parla. Ma se invece ci riflettiamo negli altri ne vedremo il valore e solo allora saremo punto di riferimento, quel faro visibile a chi decide di ascoltare e non ci sarà bisogno di dire cosa fare perché ognuno sarà capace di esprimere la propria unicità.
A tutti piace decidere per gli altri, sta nella natura umana. “Io ne so di più di loro”. Quante volte l’abbiamo sentita pronunciare questa frase, ed è un altro modo per disorganizzate le informazioni che il progetto trasmette.
A prescindere da ciò che si è fatto, siamo sempre tutti Uno. E arrivare a riconoscerlo, arrivare ad una parità di frequenza vibratoria, aiuta tutti ad elevarsi.
INCISO: “Io sono un referente, non è né un titolo né una poltrona. È una responsabilità. Mi impegno a diffondere i principi del progetto COEMM con le sue regole. Non comando, non prevarico, non impongo il mio volere. Io sono al servizio dei CLEMM e dono il mio tempo e le mie capacità per far crescere la nostra famiglia. Quando per vari motivi non riesco più a garantire la mia presenza, lascio il mio incarico a chi volontariamente si impegna ad essere riferimento. Fiero del lavoro svolto, consapevole che la vera forza del progetto sono i CLEMM con i suoi P.O.”.