Uno dei pesci più consumati e consigliati è il salmone, ricco di omega3 ma purtroppo carico anche di policlorobifenili (PCB) e diossina che si accumulano nel suo grasso. L’Italia ne importa grandi quantità dalla Norvegia. Anche lì la situazione è tutt’altro che sicura e chiara.
Sui menu dei nostri ristoranti non c’è obbligo di scrivere se pescati o allevati e neanche la loro origine. Le norme europee sull’etichettatura non obbligano i colossi industriali del pesce confezionato a riportare il luogo di provenienza.
Dimentichiamo la scena del pesce che risale la corrente, magari cacciato dagli orsi. I salmoni selvaggi sopravvissuti bastano a malapena per sfamarli.
Le case dei salmoni che mangiamo sono gli allevamenti intensivi. Circa 700 mila tonnellate arrivano dagli allevamenti della Norvegia alle tavole europee. Solo nell’area di Bergen sono 1000 gli allevamenti. Qui, i pesci hanno pochissimo spazio per muoversi.
Si tratta di è una delle industrie più redditizie ma il prezzo da pagare è l’inquinamento ambientale e la scarsa qualità dei prodotti. Per nutrire i salmoni si utilizzano sostanze tossiche mischiate al cibo, riversate direttamente nelle vasche. A raccontarlo ai microfoni di Indovina chi viene a cena è Kurt Oddekalv di The green warrior of Norway, che è riuscito a filmare le scorrettezze che avvengono negli allevamenti. Secondo Oddekalv, gli operai usano le maschere mentre riversano le sostanze chimiche nelle vasche, ma le aziende negano.
Inoltre, gli allevamenti di salmone sono infestati dai pidocchi di mare. Il diflubenzuron è l’unico prodotto che funziona per eliminarli ed è potenzialmente cancerogeno ma inspiegabilmente viene autorizzato per il trattamento, probabilmente per agevolare i produttori.
Come se non bastasse, nel 2013 il governo norvegese ha aumentato di 10 volte il limite consentito per l‘endosulfano, un pesticida che viene miscelato ai mangimi dei salmoni. Eppure la Commisione europea lo classifica come sostanza indesiderata per l’uomo.
Negli allevamenti di salmoni della Norvegia viene usata anche l’etossichina, presente nei mangimi. Si tratta di un antiossidante di Monsanto sospettato di essere genotossico, vietato dal 2011 per la frutta dall’Europa ma non per l’allevamento di salmoni.
Il salmone, dunque, è uno degli alimenti più contaminati. Purtroppo è anche uno dei più consigliati per i bambini per la presenza di omega 3. A farne le spese, neanche a dirlo, siamo noi consumatori.
Ma non è una novità. Ne avevamo parlato anche noi in varie occasioni. Il video che segue è un documentario che già nel 2014 metteva nero su bianco l’orrore degli allevamenti di salmoni.
Tanti motivi che dovrebbero spingerci ad evitare di mangiarlo.
Francesca Mancuso
Source: greenme.it
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