Sagitta = saetta, freccia. Il segno viene rappresentato da tre centauri. Il primo ha il busto voltato e tendendo il suo arco, dirige la sua freccia all’indietro, il secondo punta la sua freccia diritta davanti a lui, il terzo con il busto inclinato indietro, orienta l’arco verso il cielo.
Queste tre direzioni simboleggiano il passato, l’avvenire e la vita futura. Danno l’idea della triplice natura fisica e pulsionale, carnale e materiale, religiosa e spirituale del Sagittario in corrispondenza con i tre elementi che costituiscono l’arco: il corpo dell’arco, la corda e la freccia.
L’arco rappresenta la parte inferiore e animale del centauro, la bestia che sonnecchia nel Sagittario, il cui istinto è tutt’uno con la terra. La corda rappresenta la tensione del desiderio che permette di proiettarsi nell’avvenire, di andare avanti. È simbolo di dinamismo e di entusiasmo. La freccia è simbolo del destino ed è in relazione con il lampo e il fulmine.
Così se la parte inferiore del corpo del centauro è quella di un animale, l’altra possiede un carattere angelico. Il centauro, che in origine era un essere leggendario, mitico è allo stesso tempo in relazione con gli strati più profondi della natura terrestre e con le zone elevate e superiori del mondo celeste. Porta in sé Terra e Cielo. Il mito del
Sagittario è dunque il centauro metà uomo, metà animale, o più esattamente metà Angelo, metà bestia. L’angelo è un genio della natura e la bestia è un tutt’uno con lui perché il centauro è posto al centro, nel cuore della vita terrestre e materiale. Ma Sagittario significa freccia, così scoccandola manifesta il potere e la volontà di scegliere il suo destino, di dominare i suoi desideri e di colpire un bersaglio che non è altro che se stesso, il centro del suo essere.
Sagitta deriva dal verbo latino sagire che significa percepire rapidamente. Violento come il fulmine, il Sagittario ha in sé qualcosa di geniale.
Maura Luperto
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