Oggi i Kewpies non ci dicono molto, ma sono stati una vera e propria mania, la prima davvero massificata del ventesimo secolo, almeno per quanto riguarda i giocattoli. Personaggi con l’aspetto di moderni Cupido, popolavano riviste, quadretti e altri prodotti brandati, dalle statue di ceramica fino alle bambole di plastica, collezionate con passione sia dalle madri che dalle figlie. Per mezzo secolo i Kewpies ebbero un ruolo di rilievo nell’immaginario collettivo, e resero ricca la loro creatrice: Rose O’Neill, la prima donna fumettista a venire pubblicata negli Stati Uniti.
Rose nasce il 25 giugno del 1884 in Pensylvania, ma cresce nel Nebraska rurale, dove la sua famiglia (di natali irlandesi) si trasferisce quando lei è ancora piccola. Figlia di un librario, fin da bambina si diverte con le arti, disegnando e plasmando l’argilla ogni giorno. Col tempo la passione non scema, anzi si accresce, e a soli 13 anni vince un concorso di illustrazione che la porta, nel giro di due anni, a intrattenere collaborazioni con i giornali locali e a guadagnare piccole somme che usa per aiutare in casa.
Rose ha due grandi fortune. Una il suo talento, che è da subito evidente, e l’altra la sua famiglia, che la incoraggia nonostante i tempi non siano affatto maturi perché una donna nutra delle ambizioni, figuriamoci artistiche. Addirittura, per aiutarla nella sua carriera, nel 1893 il padre la porta fino a New York. In città Rose può vedere dal vivo i dipinti e le sculture che prima ammirava soltanto sui libri, e può presentare il suo lavoro a vari editori, accompagnata dalle suore del collegio dove alloggia. In questo modo Rose riesce a vendere diversi disegni del suo portfolio (che ne contava 60) e gliene vengono commissionati altri. Sul numero di True del 19 settembre 1896 vengono pubblicate le sue illustrazioni. È la prima donna a raggiungere questo traguardo negli Stati Uniti.
Le sue opere piacciono e la sua popolarità cresce. Negli anni successivi diventa l’unica donna nella redazione della rivista umoristica Puck, disegna per Harper’s e Life e per le pubblicità del celebre brand Jell-O.
A questo punto Rose si è sposata due volte (l’ultima con un collega di Puck, ha una carriera avviata, pubblica un romanzo illustrato che viene ben recepito e guadagna abbastanza da riuscire ad aiutare la famiglia, che versa nell’instabilità economica. Il vero successo, però, deve ancora arrivare.
Siamo agli inizi del 900 e il lavoro delle artiste donne, che pur sono sempre più numerose e richieste, viene ancora fortemente svalutato. Rose partecipa ai collettivi e ai movimenti femministi, mettendo la sua arte al servizio di una nuova immagine femminile, creata dalle donne per le donne. Sono anni di attivismo, ma Rose non perde di vista il lavoro, che resta il centro della sua vita. Nel 1908 si concentra sui progetti privati e nascono i Kewpie, personaggi un po’ putti e un po’ folletti, che diventano protagonisti di strisce comiche sulle riviste Ladies’s Home Journal, Good Housekeeping e Woman’s Home Companion.
Pensavo così tanto ai Kewpie che ho sognato di vederli fare scherzi e acrobazie sul mio letto. Uno si è seduto sulla mia mano
La popolarità dei Kewpie cresce in fretta tra le casalinghe, che li riconoscono e li amano perché sono teneri, allegri e un po’ zuccherosi. Rose però è tutt’altro che ingenua, e più il suo nome diventa riconoscibile, più lei lo usa per pronunciarsi a favore dei diritti delle donne. Celebre è la cartolina del 1914 in cui un Kewpie promuove il suffragio universale femminile, proprio nel momento in cui la popolarità del brand sta esplodendo in tutto il mondo.
I Kewpie vengono trasformati prima in statuette di ceramica, poi in bamboline, diventando uno dei primissimi giocattoli prodotti in massa negli Stati Uniti. Lo sfruttamento dei diritti frutta a Rose quasi 2 milioni di dollari, trasformandola nell’artista donna più pagata al mondo. Si compra diverse abitazioni, ma quella in Italia, a Capri, è la sua prediletta.
Se pensate che il successo spinga Rose ad adagiarsi sugli allori, vi sbagliate. Al contrario, sfrutta la sicurezza economica per esplorare liberamente altri stili e settori dell’arte. In particolare si dedica alla scultura, che aveva accantonato, e crea opere sperimentali che mescolano sogno e mitologia. Le sue sculture le valgono numerosi successi, compreso l’ingresso nella Société Coloniale des Artistes Français nel 1921.
I problemi arrivano, come per tutti, durante la Grande Depressione. Il lavoro di Rose non è più richiesto come un tempo e il successo dei Kewpie, dopo 30 anni, si è affievolito. Tra acquisti incauti e sostegno economico alla famiglia, all’ex-marito e a tutti gli artisti che manteneva, anche il suo enorme patrimonio si prosciuga. Ci si mette anche la sfortuna: la fabbrica che doveva produrre la nuova linea di bambole disegnata da lei, va a fuoco e chiude per sempre.
Oggi le bambole Kewpie d’annata vengono vendute a peso d’oro tra i collezionisti, mentre in nuove versioni continuano a esistere soprattutto in Giappone, la terra dove niente passa mai di moda. Nella capsula del tempo assemblata in occasione della New York World’s Fair del 1939, ne è stata inserita una.
Il punto, però, è che Rose O’Neill non ci ha lasciato solo qualche bambolina. Ci ha lasciato il primo precedente di una donna fumettista di successo, e una strada aperta in questo campo ancora tutta da percorrere.
Source: freedamedia.it
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