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Roma: Via Crucis per le donne crocifisse

Torna l’appuntamento con la Via Crucis per le donne crocifisse, promossa dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII in collaborazione con la Diocesi di Roma, settore Sud, e il suo vescovo ausiliare monsignor Paolo Lojudice. Un evento contro la tratta e la schiavitù sessuale, al quale ha aderito anche l’Agi, che si ripete per la terza volta nella Capitale.

L’appuntamento è alle ore 19 a ponte Settimia Spizzichino, zona Garbatella. 

 

Il modello nordico, punire il cliente per disincentivare la domanda

Secondo i promotori, con la liberalizzazione del meretricio negli appartamenti e nei luna park del sesso, le donne resterebbero vittime di tratta e sfruttamento, per di più ghettizzate e ancora più limitate nei movimenti. “Sosteniamo da sempre – spiega don Aldo Buonaiuto, coordinatore dell’iniziativa – quello che viene definito il modello nordico, il modello Honeyball, dalla legge svedese che si è diffusa nei Paesi nordici e che l’anno scorso è arrivata in Francia. Parliamo di nazioni non certo in odore di Vaticano. Eppure hanno messo in atto quello che don Benzi, il fondatore della Comunità Giovanni XXIII, diceva già all’inizio degli anni Novanta, ovvero punire il cliente, disincentivare la domanda. E’ la regola elementare del mercato: una grande offerta c’è e aumenta se esiste una grande domanda. L’enorme presenza di queste ragazze innocenti che vengono violentate sulle nostre strade è possibile perché c’è la domanda. Disincentivando i clienti, possiamo abbattere l’offerta”.

Con gli sbarchi continui, quadruplicato il numero delle vittime

“Purtroppo – aggiunge il sacerdote – il problema delle donne vittime della tratta e della prostituzione è un dramma, una piaga sociale che negli ultimi due anni in Italia si è quadruplicato. Se più o meno le stime dei vari enti nazionali parlavano di una presenza tra le 70 e le 100 mila ragazze mercificate sui nostri marciapiedi, oggi pensiamo che tale presenza sia quadruplicata a causa degli sbarchi continui che avvengono lungo le nostre coste. Tutte le istituzioni preposte sanno che una grande percentuale di queste ragazze sono trafficate per sfruttamento sessuale. Abbiamo un vergognoso aumento del mercato di queste ragazzine nigeriane sempre più giovani, portate in Italia e distribuite in tutta Europa”.

“Vogliamo lanciare un allarme – sottolinea il sacerdote – che speriamo qualcuno possa cogliere, a partire dal mondo politico e da quelle realtà istituzionali che dovrebbero non solo porsi il problema, che è il primo passo, ma anche comprendere che qui stiamo parlando di persone che vengono mercificate, attraverso la tratta, che diventano oggetto di sfruttamento, che vengono vendute e comprate. La cosa più grave è che non sono considerate da nessuno. Sembra quasi che ci debbano essere persone pronte a mettere a disposizione il proprio corpo per soddisfare i bisogni perversi di tanti maschi italiani. E questo penso sia una grande vergogna”.

Papa: “La tratta crocifigge le ragazze, appoggio la Via Crucis”

Un’iniziativa che ha ricevuto l’appoggio convinto di Papa Francesco che più volte, recentemente, ha chiesto: Non chiamatele prostitute ma schiave della prostituzione“. Quest’estate il pontefice ha visitato in una delle case della Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII a Roma alcune delle giovani liberate, “ragazze che sono state tolte dallo sfruttamento della prostituzione. E ho pensato non solo agli sfruttatori, anche a quelli che pagavano le ragazze: ma non sanno loro che con quei soldi, per togliersi una soddisfazione sessuale, aiutavano gli sfruttatori?”, ha raccontato a Tv2000.

Il percorso con la Grande Croce e le testimonianze dirette delle ragazze

Come ogni anno saranno personalità rappresentative a portare sulle spalle la Grande Croce e si ascolterà la testimonianza diretta di ragazze che hanno vissuto sulla propria pelle la condizione di schiavitù, che anche oggi è drammaticamente presente nelle nostre città. Inoltre, nel tratto finale si realizzerà l’ultimo percorso del Cristo con la presenza scenica della crocifissione e resurrezione.

Secondo i dati forniti dalla “Papa Giovanni”, sono più di 100mila le donne straniere costrette a prostituirsi nel nostro Paese. Hanno tra i 15 e i 25 anni e sono soprattutto nigeriane e slave. Attratte dalla speranza di una vita migliore, appena arrivano nel nostro Paese cadono nella rete della tratta sessuale e con la violenza sono costrette alla prostituzione su tante strade delle nostre periferie, in qualche nightclub.

La promessa ingannevole, l’incubo e il rischio di ritorsioni sulla famiglia

Se vuoi ti porto in Italia, lì c’è lavoro, e con i soldi che guadagni potrai aiutare anche la tua famiglia”: Sono attirate così, con questa frase quasi fosse uno slogan, che rappresenta per loro il sogno di una vita migliore e la possibilità di sfuggire alle condizioni di miseria o indigenza in cui spesso vivono. “A proporglielo – spiega don Aldo Bonaiuto, discepolo di don Orese Benzi e organizzatore della via crucis – può essere un cugino, un amico, a volte anche un fidanzato o una persona di fiducia che promette qualcosa di sicuro.

Un sogno che si infrange presto, spesso proprio durante il viaggio o, al più tardi, quando arrivano a destinazione e qui, anche se lottano e urlano sono già in trappola. Lontane da casa nessuno le difende e sono picchiate e vendute. Non scappano perché spesso non conoscono la nostra lingua e se provano ad allontanarsi rischiano pesanti ritorsioni sulla loro famiglia“.

Source: www.agi.it

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