Detta così sembra un po’ complicata, ma in realtà non lo è: è solo una cosa molto affascinante.
Tanto per iniziare la ricerca è stata condotta da un team, coordinato da Wayne Linklater, professore associato del dipartimento, e si è basata sull’analisi di dati relativi a 24 anni di vita di un gruppo di rinoceronti che si trova in Sud Africa.
Per capire i risultati di questo studio però bisogna fare un piccolo salto indietro nel tempo, fino al 2013, anno in cui vengono diffuse le conclusioni di un’altra ricerca, svolta dalla Stanford University, attorno a un concetto importante, quello della homoestatic sex allocation (HSA), coniato per la prima volta negli anni ’30.
La teoria biologica della homeostatisc sex allocation assume che alla base dei processi riproduttivi di alcuni mammiferi ci sia una razionalità intrinseca, tale per cui questi processi possono essere controllati. Per dirla in modo più semplice i mammiferi sarebbero dotati di una capacità fisiologica non ancora completamente nota, che gli consente di “scegliere” il sesso dei propri cuccioli, cioè di far prevalere nella prole il genere sessuale più vantaggioso per la sopravvivenza della specie, contrastando così il rischio di estinzione.
È una sorta di Sacro Graal della biologia evoluzionistica moderna: trovare dati che dimostrino inequivocabilmente che le femmine possono in qualche modo determinare il sesso della prole con lo scopo strategico di avere più discendenti
Queste sono le parole di Joseph Garner, che ha diretto la ricerca di Stanford. Dopo aver seguito, per ben tre generazioni, il comportamento sessuale e riproduttivo di più di 2.300 animali, i ricercatori sono giunti infatti alla conclusione che la homoestatic sex allocation è prevalentemente esercitata dalle femmine ed è finalizzata al successo riproduttivo. Riguarda mammiferi quali i lupi, i primati, gli orsi, i bufali, i cervi e i rinoceronti.
La disuguaglianza di genere è molto presente tra i rinoceronti, anche a causa del trattamento che hanno subito nei secoli, “ma date le prove che abbiamo della loro HSA, non dobbiamo preoccuparci troppo di questo disequilibrio, perché sembrano essere in grado di correggerlo. E la HSA entra in gioco soprattutto quando la disuguaglianza di genere è molto ampia”, ha detto Linklater.
Tuttavia la ricerca su questo tema non può dirsi ancora conclusa: Linklater e la sua squadra dovranno ora analizzare il comportamento dei rinoceronti che vivono in un’altra zona del mondo, cioè l’Australia.
Source: freedamedia.it
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