Le strade innevate e una pizza fumante. Ci chiediamo: vale di più la vita di una persona o una cena che potremmo consumare in qualsiasi altro modo? Tanto più che la persona che ti sta portando a casa quella stessa pizza, probabilmente, è sottopagata e senza alcun diritto. È la vita da rider, nella stagione invernale. Ieri, il movimento Riders Union di Bologna ha voluto lanciare un appello in concomitanza con la fitta nevicata che ieri sera si è abbattuta sulla città.
«La dignità delle/dei riders e il rifiuto dello sfruttamento – scrivono -. Stasera a Bologna nevica, le strade sono impraticabili e consegnare non vale il rischio. Sgnam/MyMenú dopo le molte pressioni dei riders in turno, ha deciso di sospendere il servizio. La Carta dei diritti, per quanto non ancora applicata in tutti i suoi punti, si dimostra uno strumento essenziale per la tutela di chi lavora».
Il movimento autorganizzato dei riders ha annunciato una mobilitazione se piattaforme come Deliveroo, Glovo, Just Eat non chiuderanno il servizio in caso di condizioni meteo che renderanno impraticabili le strade. Intanto, questa nuova forma di capolarato nel mondo del lavoro chiede un aiuto da parte dei fruitori del servizio:
«Chiediamo ovviamente ai consumatori di stare dalla nostra parte e di non ordinare questa sera. Noi, in ogni caso, dimostreremo forte e chiaro che la ricattabilità, la precarietà e l’assenza di garanzie contrattuali non riusciranno mai a farci accettare di lavorare a qualunque condizione. Oggi come sempre: prima la salute, prima la sicurezza. La pizza, il sushi, l’hamburger possono attendere!».
Invito che, tuttavia, non è andato a buon fine. A commento del post su Facebook della Riders Union Bologna, infatti, si possono leggere diversi post di ragazzi che pretendono la pizza, che chiedono ai fattorini del cibo di attrezzarsi, che protestano per il ritardo nel servizio. Una scarsa sensibilità, figlia di chi ancora non ha capito la portata del problema.
I casi di cronaca che riguardano i riders ogni giorno (con incidenti e altri infortuni) si moltiplicano sempre di più. Al momento, il bilancio è di due morti nel 2018 e di un infortunio gravissimo, con il rider che lo ha subito che si è dovuto sottoporre all’operazione di amputazione di una gamba. Il tutto, senza alcuna garanzia: nonostante il tentativo del Ministero dello sviluppo economico di aprire un tavolo coi sindacati e con le principali piattaforme del food delivery, si deve registrare un nulla di fatto sulle garanzie assicurative. Per evitare che questo inverno, con il freddo e il gelo, faccia altre vittime, i lavoratori si mobilitano.
Source: http://www.giornalettismo.com
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