di Luisa Calderaro
Se dovesse trovare un aggettivo per descriverla utilizzerebbe la parola “illuminante”, perché può servire ad aprire gli occhi a tutti coloro che sono curiosi e interessati al tema. Così Mario Calabresi, direttore dal 2016 di Repubblica, definisce la campagna OggiraccolgoIo che il quotidiano ha lanciato insieme a Legambiente per sensibilizzare e coinvolgere lettori, cittadini e scuole, il 19 e il 21 ottobre, nella pulizia di uno spazio urbano abbandonato al degrado e ai rifiuti. Calabresi non ha dubbi “insieme si può fare la differenza” come ci spiega in questa intervista, invitando tutti a partecipare a #oggiraccolgoio. Tanti gli appuntamenti in programma nelle 9 città dove Repubblica ha una redazione – Genova, Milano, Torino, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Palermo – Si parte oggi venerdì 19 ottobre con gli eventi di pulizia rivolti alle scuole e domenica 21 con una mobilitazione collettiva. Per partecipare basta iscriversi su www.oggiraccolgoio.it
Lo scorso aprile Repubblica ha lanciato la campagna Usa e rispetta per raccontare il problema dell’inquinamento da plastica, lo stato di salute del Pianeta, ma anche il degrado e i rifiuti che invadono le città. Poi dalla denuncia è passata ai fatti con Oggiraccolgoio. Quali ragioni l’hanno spinta a impegnare Repubblica in questa campagna e in questa azione di volontariato ambientale?
La campagna (Usa e Rispetta, ndr) è stata pensata per spiegare ai lettori il problema dell’inquinamento da plastica. Quello che ci preoccupava era il crescere di questo fenomeno globale e avevamo visto come ci fosse una coscienza crescente del problema nel mondo. In Italia un po’ meno a livello di opinione pubblica. Il tema dell’inquinamento da plastica colpisce il mare, i fiumi e laghi perché i rifiuti si vedono di più, ma volevamo fare un lavoro che raccontasse che lo sbocco in mare, o in un lago o fiume, e l’ultimo anello di una catena che parte da lontanissimo, andando indietro c’è il problema dei rifiuti abbandonati nei parchi, nei prati, lungo le strade e a monte ancora come vengano gettati via e non riciclati. C’è anche un problema culturale. Ho pensato che questa era una cosa su cui valeva la pena di impegnare il giornale, per questo abbiamo pensato di fare uno sforzo inizialmente con un numero speciale del quotidiano e poi di dare una cadenza settimanale, fissando l’uscita di venerdì, e di fare tutte le settimane una pagina per raccontare un aspetto del problema mostrando, denunciando dove sono i problemi e dall’altro lato provando ad offrire soluzioni e buone pratiche. Dopo sei mesi che facevamo questa cosa, abbiamo pensato che era tempo di dire al lettore “se hai preso a cuore questa cosa e vuoi provare a fare la differenza nel piccolo del quotidiano, oltre a fare più attenzione all’utilizzo della plastica, fai un passo in più”. Per questo abbiamo pensato di coinvolgere, prima le scuole, e poi i lettori attraverso un’operazione di pulizia nelle città dove abbiamo la redazione e dare così un’occasione per fare la differenza ripulendo un luogo. Abbiamo scelto Legambiente perché è l’associazione che ha storicamente l’esperienza e le capacità per fare questo. Era giusto appoggiarsi e lavorare insieme a chi ha questa capacità, e così è partita Oggiraccolgoio ma non è tutto. Abbiamo pensato che nel momento in cui la si lanciava era giusto che anche i giornalisti di Repubblica, a partire da me che sono il direttore e dai giornalisti del quotidiano, si rimboccassero le maniche. Per questo abbiamo ripulito (il 9 ottobre ndr) l’isolato e una serie di aiuole che sono di fronte la sede centrale di Repubblica e vicino al Ministero dell’ambiente, a Roma.
In questa anteprima di “Oggiraccolgoio” organizzata nella Capitale nel quartiere Ostiense, ha deciso di dare il buon esempio insieme ai suoi redattori. Si aspettava di trovare tanti rifiuti?
Sì me lo aspettavo. Sono due anni e mezzo alla guida Repubblica e sono più di due anni che passo tutti i giorni vicino a quell’isolato. Da allora vedo rifiuti di ogni tipo gettati o abbandonati per terra, nel prato, lungo il ciglio della strada. Non ho mai visto pulito e allora ho pensato cominciamo da qui. Oggi che è passata più di una settimana mi sembra incredibile che quello spazio sia finalmente pulito. In un paio di ore abbiamo fatto circa 30 sacchi di immondizia differenziata. Non voglio fare polemiche con Roma o il sindaco, Roma ha questo problema non da oggi non da ieri, è un problema antico, e quindi non mi sono stupito. Quello che ho visto è piuttosto il contrario, non tanto quanti rifiuti ci sono ma guarda se un gruppo di persone – il 9 eravamo una sessantina – si mettono insieme quello che possono fare in due ore.
Cosa l’ha colpita di più e come si è sentito dopo aver ripulito parte del quartiere?
Mi ha colpito la differenza che si può fare insieme. Le devo dire che ho avuto un padre adottivo che nella vita quando io ero bambino, negli anni 70, era una sorta di ambientalista della prima ora, tutto solo non era associato a nessuno. Quando eravamo bambini ci portava al tramonto al mare a ripulire la spiaggia dove eravamo e mi ha lasciato questa sensibilità, tanto che io con le mie figlie, che abbiamo la passione per il sup, quando andiamo al mare abbiamo una sorta di rete che mettiamo davanti alla tavola e facciamo a gara per vedere chi raccoglie più rifiuti di plastica trovati in mare. Perché purtroppo anche nei posti che dovrebbero essere incontaminati, come isole d calette, si trovano rifiuti e plastica.
Se dovesse utilizzare un aggettivo per descrivere Oggiraccolgoio?
Penso che l’aggettivo potrebbe essere “illuminante”, nel senso che può servire ad aprire gli occhi a quella parte di cittadini e lettori che hanno curiosità verso il tema e che non erano stati coinvolti in una cosa del genere.
Quali sono, se dovesse fare una classifica, le cause principali di questo degrado?
Io metterei al primo posto la mancanza di pulizia, i servizi di raccolta e spazzamento che non funzionano. Al secondo posto c’è un problema culturale legato anche alla responsabilità dei cittadini. Vi è una scarsa cultura civica del bene comune accompagnata da un mancato rispetto delle regole dei cittadini. Perché quando si trovano ad esempio tante bottiglie di plastica gettate per terra, ci si chiede perché non vengano raccolte ma istintivamente ci si chiede perché la gente butta per terra i rifiuti.
Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione dei cittadini sui temi ambientali, l’Italia è in prima linea sul fronte dell’innovazione ambientale e la sostenibilità, eppure rimangono ancora tanti i problemi, paradossi, ed emergenze da affrontare. Lei come vede, da questo punto di vista, la situazione nel nostro Paese?
C’è un dato positivo che è quello della sensibilità dei più giovani. Se uno facesse la fotografia a oggi del nostro mondo potrebbe farsi prendere dallo sconforto ma se uno invece guarda per esempio all’innovazione c’è una sensibilità ambientale che prima non c’era. Lo vedo ad esempio sulla raccolta differenziata, l’utilizzo dell’acqua, le culture ambientali sono in crescita. Naturalmente assistiamo anche a un’altra cosa nel mondo, a una campana opposta, a politiche di negazione del problema come nel caso di Donald Trump con la negazione del riscaldamento globale e dei problemi della Terra anche contro un’evidenza che parte da un assunto secondo me sbagliato che è quello che il rispetto dell’ambiente sia antieconomico e debba essere quindi in contrasto con la possibilità di sviluppo e di lavoro, mentre tante cose ci dicono che un utilizzo intelligente e sapiente anche delle tecnologie invece non è antiambientale. Si potrebbe crescere anche facendo buone politiche di tutela dell’ambiente.
Tornando a Oggiraccolgoio, oggi la campagna dà appuntamento alle scuole. Che messaggio vuole lanciare ai più giovani?
Di prendersi cura di quella che è e sarà la vostra casa.
Source: lanuovaecologia.it
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