Source: lanuovaecologia.it
Il primo maggio la Camera dei Comuni britannica ha approvato una mozione presentata dall’opposizione laburista che dichiara formalmente lo stato di “emergenza climatica”. Si tratta del primo Paese al mondo che intraprende un’iniziativa del genere. La mozione rappresenta un successo per il leader del Labour, Jeremy Corbyn e per i movimenti ecologisti avevano invocato l’approvazione della mozione in una serie di manifestazioni di piazza tenutesi fino a ieri.
Nel dibattito alla Camera Michael Gove, il ministro dell’Ambiente del governo conservatore guidata dal premier Theresa May, rispondendo a Corbyn ha riconosciuto l’esistenza di un’emergenza climatica nel Paese, decidendo comunque di non appoggiarte la mozione.
Tra le misure previste nella mozione il livello zero di emissioni nocive prima della data finora indicata del 2050, l’incremento delle fonti rinnovabili, progetti di economia verde e taglio della produzione dei rifiuti.
“Questo può essere l’inizio di una serie di azioni”, ha dichiarato Corbyn. “Prendiamo l’impegno di lavorare con altri Paesi per allontanare la catastrofe climatica e per rendere chiaro a Donald Trump che non può ignorare gli accordi internazionali”.
A sostegno dell’iniziativa laburista si sono schierati Greenpeace ed Extinction
Rebellion e la sinistra giovanile britannica come Momentum. Extinction Rebellion, in particolare, è stato il movimento protagonista di numerose proteste a Londra nelle ultime settimane. L’emergenza climatica è stata già proclamata dal Comune di
Londra su proposta del sindaco laburista, Sadiq Khan, e annunciata dai governi locali di Scozia e Galles.
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