PALERMO (ITALPRESS) – La sfida è difficile e la posta in gioco è alta, ma il sentimento che prevale è la determinazione: lo sottolineano a più riprese tanto Enrico Letta quanto Caterina Chinnici. Il segretario nazionale del Pd e la candidata a Palazzo d’Orleans con il polo progressista hanno inaugurato a Villa Filippina una campagna elettorale che, in diciotto giorni (il 24 settembre, vigilia del voto, è previsto il silenzio di tutti i partiti), darà “indicazioni importanti” su quale sia la dimensione del centrosinistra in Sicilia e in Italia. Con loro anche il vicesegretario nazionale Peppe Provenzano, capolista alla Camera a Palermo nel collegio plurinominale, il segretario regionale Anthony Barbagallo e quello provinciale Rosario Filoramo.
Il Pnrr è centrale nella riflessione di Letta, che si dice preoccupato per la possibile gestione da parte degli avversari: “Salvini dice di volerlo rinegoziare, ma non dice che la rinegoziazione toglierà il 40% dei fondi previsti per il Mezzogiorno. Quando governavano Berlusconi e Tremonti era già successo che i fondi per gli investimenti al sud venissero spostati al nord – spiega il segretario dem -. L’attacco di Salvini alla percentuale destinata al Mezzogiorno è una chiara indicazione che la Lega sta tornando quella delle origini, dei soldi tolti al sud per darli al nord”.
Letta si dice poi rammaricato per l’abbandono della coalizione da parte dei 5 Stelle: “Fare politica significa rispettare gli impegni e mantenere la parola data: rompendo l’alleanza i 5 Stelle hanno disatteso la loro promessa all’elettorato siciliano. Chi ha partecipato alle primarie si sarà certamente sentito preso in giro da una scelta sconsiderata come quella fatta da Giuseppe Conte”.
Il segretario dem si mostra critico anche verso il terzo polo: “E’ chiaro che guarda a destra, come è chiaro che chiunque decida di votarli fa un favore alla destra. L’unico voto utile per battere Salvini e Meloni è quello dato al centrosinistra”.
Sul Pnrr si sofferma anche Chinnici, che lancia l’idea di “creare un ufficio per la gestione dei fondi, stando a fianco dei Comuni in modo da assicurarsi che vengano spesi bene. Ma oltre al Pnrr ci sono anche i finanziamenti strutturali, sui quali la Sicilia è molto indietro”. Un’altra proposta riguarda la nascita di un assessorato dedicato alle politiche giovanili, in quando “in Sicilia i ragazzi che non lavorano e non studiano sono il 36,4%: il clima che percepisco tra loro è soprattutto di rassegnazione e questo chiaramente non va bene”.
Sull’approccio alla campagna elettorale l’europarlamentare spiega come “non sono una che grida e accusa, sono piuttosto sorridente e determinata. La mia non è una candidatura di bandiera, ma è dettata puramente dall’amore per la Sicilia e dall’impegno in difesa della legalità”.
Ed è proprio sul timore di un’illegalità dirompente che si focalizza Provenzano, per il quale “la mafia non deve tornare a mettere le mani sulle amministrazioni pubbliche. E’ presente in Sicilia come lo è a Roma: ha solo cambiato approccio, invece di sparare corrompe”. Il vice di Letta afferma poi di temere “un ritorno al passato della Sicilia, al quale andremo incontro se verrà eletto Renato Schifani. Noi ci siamo battuti per ridurre il divario tra nord e sud, i provvedimenti della destra rischiano solo di riallargarlo”.
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