ROMA (ITALPRESS) – “C’è necessità di coinvolgere un numero molto elevato di competenze, di manager, professionisti, esperti e soprattutto organizzarli”. Così Mario Mantovani, presidente di CIDA, la confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità, in un’intervista all’Italpress, ha spiegato i motivi che lo hanno portato a scrivere una lettera aperta al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
“L’Italia non riesce a uscire da uno stato che da emergenza è diventato sospensione e poi incertezza, assenza di movimento in una chiara direzione”, affermava il presidente di Cida nella missiva pubblicata nei giorni scorsi. Mantovani, che è anche presidente di Manageritalia, nella lettera faceva riferimento all’elaborazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, considerato “occasione decisiva” per “riprogettare” il Paese e “rimetterlo in movimento”.
La richiesta, quindi, è avere un coinvolgimento diretto “ma soprattutto – ha spiegato all’Italpress – un modello di organizzazione sul quale discutere e su cui dare un parere o proporre miglioramenti”.
“Nelle bozze che andranno in Consiglio dei ministri – ha aggiunto – tuttora mi sembra che manchi un piano di organizzazione. Sono cambiati i numeri delle varie macro-voci ma ancora una volta non si capisce chi e come dovrà gestire questo piano. Non si può immaginare che venga gestito con strumenti ordinari come i precedenti finanziamenti europei, considerando la portata, la complessità dei progetti e delle riforme”. Per Mantovani, servono piani “articolati” che coinvolgano circa un “migliaio di persone, forse anche di più”.
“E’ sconvolgente per chi fa il nostro mestiere – ha evidenziato – immaginare che un’operazione di tale portata ancora non abbia avuto un modello al quale ispirarsi, un modello organizzativo. Nel frattempo il Paese aspetta, è fermo. C’è un sentimento di attesa per i vaccini e per la riapertura delle attività – ha proseguito -, però è un’attesa in qualche modo passiva e sta danneggiando tantissime persone, pensiamo ai giovani, ai commercianti, agli operatori del turismo”.
L’interlocuzione con il Governo, secondo il presidente di Cida, è comunque “sempre molto cortese”. “Non è che ci siano chiusure ideologiche – ha precisato -, però non succede niente. Abbiamo inviato anche documenti specifici” con “proposte di tipo organizzativo”. Tra queste, anche quella di “non sostituire le strutture ministeriali ma rafforzarle con figure manageriali di vertice” che affianchino i ministri “per la gestione strategica del piano”.
(ITALPRESS).
“L’Italia non riesce a uscire da uno stato che da emergenza è diventato sospensione e poi incertezza, assenza di movimento in una chiara direzione”, affermava il presidente di Cida nella missiva pubblicata nei giorni scorsi. Mantovani, che è anche presidente di Manageritalia, nella lettera faceva riferimento all’elaborazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, considerato “occasione decisiva” per “riprogettare” il Paese e “rimetterlo in movimento”.
La richiesta, quindi, è avere un coinvolgimento diretto “ma soprattutto – ha spiegato all’Italpress – un modello di organizzazione sul quale discutere e su cui dare un parere o proporre miglioramenti”.
“Nelle bozze che andranno in Consiglio dei ministri – ha aggiunto – tuttora mi sembra che manchi un piano di organizzazione. Sono cambiati i numeri delle varie macro-voci ma ancora una volta non si capisce chi e come dovrà gestire questo piano. Non si può immaginare che venga gestito con strumenti ordinari come i precedenti finanziamenti europei, considerando la portata, la complessità dei progetti e delle riforme”. Per Mantovani, servono piani “articolati” che coinvolgano circa un “migliaio di persone, forse anche di più”.
“E’ sconvolgente per chi fa il nostro mestiere – ha evidenziato – immaginare che un’operazione di tale portata ancora non abbia avuto un modello al quale ispirarsi, un modello organizzativo. Nel frattempo il Paese aspetta, è fermo. C’è un sentimento di attesa per i vaccini e per la riapertura delle attività – ha proseguito -, però è un’attesa in qualche modo passiva e sta danneggiando tantissime persone, pensiamo ai giovani, ai commercianti, agli operatori del turismo”.
L’interlocuzione con il Governo, secondo il presidente di Cida, è comunque “sempre molto cortese”. “Non è che ci siano chiusure ideologiche – ha precisato -, però non succede niente. Abbiamo inviato anche documenti specifici” con “proposte di tipo organizzativo”. Tra queste, anche quella di “non sostituire le strutture ministeriali ma rafforzarle con figure manageriali di vertice” che affianchino i ministri “per la gestione strategica del piano”.
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