ROMA (ITALPRESS) – “Per trasformare l’Italia nel Paese che tutti vorremmo non bastano le sole risorse europee, ma avremo bisogno anche di tanti investimenti pubblici privati: nazionali e internazionali. E la nostra credibilità, per attrarre capitali anche dall’estero, dipenderà dalle riforme strutturali che saremo capaci di realizzare in tempi brevi”. Lo dice in un’intervista al quotidiano La Repubblica Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile.
“Uno Stato – prosegue – sta nel mercato come un’impresa: i risparmiatori investono su un’azienda indebitata purchè questa dimostri di essere resiliente, di avere una prospettiva e per questa via di essere in grado di restituire il suo debito. La crescita è cruciale, per tutti”.
Nel Recovery Plan, “come ha detto il presidente Draghi, accanto ai soldi ci devono essere le riforme strutturali, fondamentali per attrarre gli investimenti nazionali e internazionali – sottolinea il ministro -. Le due cose – risorse finanziarie e riforme – non possono essere scisse, sono due gambe che devono muoversi insieme. All’interno del Pnrr ci sono schede molto precise che indicano tutti i passaggi, voluti e controllati dalla Commissione europea. Sono fondamentali. In questi due mesi non abbiamo semplicemente scritto il Piano, abbiamo anche individuato i rischi legati all’attuazione del Piano stesso. Faccio un esempio che riguarda la responsabilità del mio dicastero: il soggetto attuatore degli investimenti nelle ferrovie sono ovviamente le Ferrovie dello Stato, soggetto solido con competenze adeguate. In questo caso non ci sono rischi. Altri progetti riguardano i piccoli Comuni, alcuni bravi altri meno. Ma qui il problema non sono le procedure, bensì la qualità delle risorse umane”.
(ITALPRESS).
“Uno Stato – prosegue – sta nel mercato come un’impresa: i risparmiatori investono su un’azienda indebitata purchè questa dimostri di essere resiliente, di avere una prospettiva e per questa via di essere in grado di restituire il suo debito. La crescita è cruciale, per tutti”.
Nel Recovery Plan, “come ha detto il presidente Draghi, accanto ai soldi ci devono essere le riforme strutturali, fondamentali per attrarre gli investimenti nazionali e internazionali – sottolinea il ministro -. Le due cose – risorse finanziarie e riforme – non possono essere scisse, sono due gambe che devono muoversi insieme. All’interno del Pnrr ci sono schede molto precise che indicano tutti i passaggi, voluti e controllati dalla Commissione europea. Sono fondamentali. In questi due mesi non abbiamo semplicemente scritto il Piano, abbiamo anche individuato i rischi legati all’attuazione del Piano stesso. Faccio un esempio che riguarda la responsabilità del mio dicastero: il soggetto attuatore degli investimenti nelle ferrovie sono ovviamente le Ferrovie dello Stato, soggetto solido con competenze adeguate. In questo caso non ci sono rischi. Altri progetti riguardano i piccoli Comuni, alcuni bravi altri meno. Ma qui il problema non sono le procedure, bensì la qualità delle risorse umane”.
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