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Raccolti 2 milioni in rete per portare cibo in Somalia

Raccogliere oltre 2 milioni di dollari in 10 giorni da oltre 74mila persone.

Destinare questa montagna di soldi alla causa più nobile possibile: portare cibo e acqua in Somalia dove, a causa di carestie e povertà, si muore di fame e di sete. Per farlo coinvolgere una delle più grandi compagnie aeree del mondo, la Turkish Airlines, l’unico vettore commerciale al servizio aeroporto di Mogadiscio e ottenere il sostegno di una delle più importanti stelle di Hollywood, Ben Stiller. Se pensate che questa sia la trama di un film vi sbagliate. Chaka, Casey, Juanpa, Ben, Amanda sono i 5 giovani protagonisti di questa incredibile storia il cui copione è stato scritto su un sito di crowdfunding, GoFundMe.

La provocazione, la risposta, la sfida

I 5 decidono di lanciare una sfida su twitter dopo aver appreso la situazione disperata in cui versa il paese africano. Una delle ultime notizie, diffusa da Radio Mogadishu e rilanciata dalla dalla BBC,  parla di 26 morti di fame, nella regione di Jubaland, nel sud della Somalia. Ma è solo l’ultima in ordine di tempo. Così i giovani hanno fatto un video a testa, di appena due minuti, per sensibilizzare la rete sulla vicenda.
La risposta della Turkish Airlines non si è fatta attendere. E ha addirittura rilanciato. In 10 giorni i ragazzi avrebbero dovuto raccogliere i fondi necessari per comprare 60 tonnellate di rifornimenti. A quel punto la compagnia avrebbe messo a disposizione un aereo per portarle in Africa. Sono bastate meno di 24 ore per raccogliere oltre un milione di dollari. Anche grazie ad un hashtag, #TurkishAirlinesHelpSomalia e il rilancio di alcune star come l’attore Ben Stiller e Jerome Jerre, star di snapchat.

Il coinvolgimento delle ONG locali

Gestire una quantità di merce così rilevante non è semplice. Sul sito della campagna, i 5 ragazzi hanno dichiarato di volersi affidare alle ONG locali che conoscono il territorio e hanno la capacità di gestire al meglio quest’opportunità. Il consiglio è arrivato direttamente da Jessica Less, membro della Red Cross, in una intervista all’Huffington Post.
La campagna è rimasta attiva anche dopo le prime 24 ore. Nei 4 giorni successivi ha raddoppiato la cifra iniziale superando i 2 milioni di dollari. Turkish Airlines, visto il successo, ha deciso di dare un seguito alla prima spedizione, annunciando che altri rifornimenti verranno spediti anche in futuro: “Ci hanno assicurato che continueranno fino al termine dell’emergenza” dicono i ragazzi sul sito.

La scelta di cosa mandare in Somalia

La prima scelta dei ragazzi era questa:
– Riso
– Olio vegetale cucina
– Biscotti nutrizionali
– Farina
– Zucchero
– Porridge
Anche in questo caso, però, c’è stata una deviazione di percorso. “Diverse ONG ci hanno riferito che l’invio di tonnellate di riso, farina, zucchero e olio non sarebbe la cosa migliore per aiutare la popolazione somala”. Il motivo è semplice: manderebbe in crisi il precario mercato locale assestando un colpo decisivo alle piccole imprese. “E inoltre i bambini più piccoli faticherebbero a mangiare il riso”.
L’alternativa è semplice: acquistare il cibo direttamente in Somalia. Si procederà così dopo il primo carico, quello proveniente da Istanbul, che sarà costituto da Plumpy’nut un prodotto destinato a chi soffre di malnutrizione. L’altra grande risorsa sarà la fornitura d’acqua: “Acquisteremo i camion per trasportarla. Saremo in grado di servire oltre 100 famiglie al giorno. Questo almeno finché non troviamo soluzioni più sostenibili nel lungo periodo”.
Insomma, il progetto è solo agli inizi ma sembra già poter cambiare la vita di oltre 6 milioni di somali colpiti dalla morsa della carestia in tutto il Corno d’Africa. Tutto grazie alla rete e a un’idea un po’ folle ma certamente geniale. I veri requisiti per poter cambiare il mondo.

Source: www.agi.it

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