Nella maggior parte dei casi, il make-up fa parte della vita di una donna fin dai primi anni. Per imitare le mamme ci mettiamo il loro fard, ci sentiamo grandi quando qualcuno ci mette lo smalto, nascondiamo il rossetto per mettercelo a scuola. A volte non ci trucchiamo per tutta la giovinezza e iniziamo da adulte, a volte invece è il contrario, e se fino a un certo punto non facciamo neanche la spesa senza mascara, poi ce ne freghiamo bellamente anche per uscire a cena. Alcune di noi non si truccano affatto, e ogni tanto si sentono fare questa (irritante) domanda: perché non ti trucchi? Insomma, in qualche modo il make-up è sempre presente nelle nostre giornate, e non è certo una novità. Il trucco è antico come la razza umana, per questo è giusto che venga considerato parte integrante della nostra cultura, anche se a volte è stato pericoloso, proprio come la moda.
I cosmetici nei secoli
Il trucco è presente in tutte le culture da almeno 6000 anni. Già nel 10,000 a.C. le popolazioni egizie usavano oli profumati per rendere morbida la pelle del viso e nascondere i cattivi odori del corpo, ma anche creme, per proteggersi dal sole e dai venti secchi. Per i primi usi estetici però bisogna attendere il 4000 a. C., quando le donne cominciano ad applicare una pasta di galena e rame per dare colore e definizione al viso. Fa la sua comparsa anche l’antenato dell’eye lyner, il kohl, creato da mandorle bruciate, colori a olio, ocra e cenere, utilizzato anche dagli uomini. Durante le feste si usava portarsi la propria scatola del make-up da tenere sotto la sedia, per ritoccarlo nel caso sbavasse.
Tra il 3000 e il 1000 a.C. il cosmetico estetico era ormai all’ordine del giorno, anche se in varie forme e con vari significati. In Cina ci si macchiava le unghie con una mistura di colore che rappresentava la classe sociale: oro e argento per la famiglia reale, rosso e blu per gli altri nobili. Inoltre, anche in Giappone, le donne si dipingevano il viso di bianco con una pappa di riso e i denti di nero, sta volta usando l’inchiostro.
Anche in Grecia le donne si schiarivano la faccia, ma usando della polvere bianca di piombo (sano, vero?). Successivamente arrossavano le guance utilizzando lamponi schiacciati e applicavano ciglia finte fatte con il pelo di montone. Col tempo il gesso sostituì il piombo e comparve il rossetto, creato con terracotta e ferro rosso.
Anche gli antichi avevano il problema dei brufoli, e che ci risulti i romani furono i primi ad affrontarlo usando burro, farina e grasso di pecora come correttore. Un’estetista odierna piangerebbe, ma eravamo pur sempre nel 100 d.C. Le donne portavano sangue di animale come smalto, mentre era tipico degli uomini decolorarsi i capelli di biondo. Intanto le popolazioni dell’India e di alcune parti del Nord Africa avevano scoperto la pianta di henné, che usavano sia per tingersi i capelli che per praticare il mehendi, una complessa body art delle mani e dei piedi che ancora oggi fa parte della tradizione.
Sempre in ambito di tinte, nell’Inghilterra elisabettiana divennero di moda quelle rosse (poi sostituite dalle bionde), mentre la carnagione pallida rimase un must per tutto il Rinascimento, ma solo tra gli aristocratici. Anche in questi casi si usavano dalla pittura bianca, alle uova, all’arsenico, miscelati in composti che ostruivano o corrompevano i pigmenti della pelle. Per rimediare al problema si inventarono prodotti all’ossido di zinco, ma uno tra questi – il Ceruse – si rivelò il più tossico di tutti: causava tremori, paralisi ai muscoli del viso e persino la morte. Italia e Francia divennero i principali esportatori e consumatori di cosmetici, anche perché l’interesse dell’Inghilterra scemò sotto il regno di Vittoria, che li considerava frivoli e volgari, adatti solo alle prostitute. Il trucco tornò in auge, anche se in segreto, nei primi del 900, quando le donne iniziarono a sentire la pressione sociale di sembrare più giovani. Poco dopo iniziarono a nascere i primi saloni di bellezza.
Il trucco oggi
Non si può dire che il make-up abbia portato sempre fortuna, ma allora perché è sopravvissuto, e perché continuiamo a truccarci? La risposta più corretta, probabilmente, è dire che ognuna di noi ha i propri motivi, che non sono più giusti o più universali di altri. Ad alcune per esempio piace il lato artistico e creativo del make-up, che si esprime attraverso ombreggiature e accostamenti di colori anche audaci. Truccarci ci fa sentire “a posto”, bene con noi stesse, anche se non c’è niente di male nell’ammettere che ogni tanto lo facciamo anche per fare colpo sugli altri, giusto? Infine, ci sono tante cose nella vita che ci sfuggono: forse il pizzico di vanità che ci permette di aggiustare se non altro quelle borse sotto gli occhi, o quel brufolo sul mento, è più da ringraziare che non da condannare.
Source: freedamedia.it