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Qualità, costo e conservanti: Sulla Quarta gamma è l’ora di dire basta alle fake news

Sui prodotti di quarta gamma (verdure e ortofrutta fresca confezionata e già pronta per il consumo) si sono moltiplicate, nel tempo una serie di leggende metropolitane. C’è chi è convinto che questi prodotti siano di qualità inferiore, più costosi, pieni di conservanti o di microrganismi pericolosi. Ma è davvero così? A Macfrut, in Fiera a Rimini, un convegno ha riunito, nella prima giornata (mercoledì 9 maggio), una serie di scienziati di fama mondiale per fare il punto della situazione. Un seminario di alto livello, dove sono stati presentati estratti di studi e ricerche accademiche, in una sala che ha registrato il tutto esaurito.

Il professor Giancarlo Colelli, dell’Università di Foggia, ha subito smontato un primo luogo comune: chi mangia prodotti di quarta gamma, specie in Italia, non lo fa rinunciando ai prodotti coltivati localmente. Se dovesse rinunciare alla quarta gamma farebbe a meno dell’insalata, magari affidandosi agli integratori, il cui mercato è in crescita costante (due miliardi di euro il fatturato del settore nel 2014). I produttori devono, dunque, puntare su di una corretta informazione, innovare impianti e processi, migliorare qualità e sicurezza, aumentare la vita del prodotto. In sostanza è l’innovazione tecnologica che permetterà loro di affrontare le sfide degli altri settori merceologici.

Luis Cisneros-Zevallos, dell’Università del Texas, ha fatto luce sulla biologia dei prodotti fresh-cut per la salute. Una serie di studi dimostra come, una volta tagliati, diversi ortaggi rilascino antiossidanti (anche lasciati per più giorni in frigorifero) e altri composti benefici per la salute. Il settore industriale dovrebbe dunque attrezzarsi con nuove tecnologie di stoccaggio per non perdere queste proprietà.

Smontate anche le paure irrazionali legate al numero di “germi” nell’insalata. Trevor Suslow, dell’Università di California in Davis, ha rilevato come i media si concentrino nel grande numero di batteri trovati nelle buste di IV gamma, ma queste cifre rappresentano un valore normale e non sono affatto sinonimo di bassa qualità o insalubrità del prodotto. Le comunità microbiche benefiche, al contrario, potrebbero essere sfruttate in futuro per escludere i patogeni umani dai prodotti.

Premiate le 33 aziende innovative con il Macfrut Innovation Award È un settore ortofrutticolo da podio quello in vetrina a Macfrut. Di scena la quarta edizione del Macfrut Innovation Award, promosso dall’Informatore Agrario e da Cesena Fiera, che ha premiato 33 innovazioni in otto diverse sezioni della filiera: sementi, macchine attrezzature per la coltivazione, colture protette, fertilizzanti, tecnologie per il confezionamento, packaging e imballaggio, logistica e servizi e quarta gamma. La cerimonia di premiazione si svolta nell’area Meeting dell’Informatore Agrario e ha visto la consegna di 9 medaglie d’oro, 20 d’argento, 4 di bronzo.

Il “Progetto Nocciola Italia” piace all’Emilia Romagna Si chiama “Progetto Nocciola Italia” il percorso di filiera presentato questa mattina a Macfrut da Ferrero Hazelnut Company, nell’ambito del convegno “Un futuro da coltivare. Insieme”. Con l’obiettivo di sviluppare entro il 2025 almeno 20mila ettari di nuove piantagioni di noccioleto 100% italiane (aumentando del 30% l’attuale superficie), Ferrero si impegna a creare un sistema di sviluppo territoriale, condiviso con tutti gli attori della filiera, attraverso un sostegno agli imprenditori agricoli italiani. In particolare, agli agricoltori viene proposto un percorso costituito da una valorizzazione vivaistica, fondamentale per le garanzie fitosanitarie dei nuovi frutteti, e una qualificazione dei terreni al fine di individuare i migliori areali da destinare a questa nuova filiera.

E ancora, il progetto tiene in considerazione le caratteristiche di tracciabilità e sostenibilità, fondamentali per la valorizzazione delle produzioni, oltre a sostenersi tramite un accordo di filiera, che impegna all’acquisto delle produzioni nel lungo periodo. Ferrero mette a disposizione della filiera il suo know how e, a tutti gli attori coinvolti, vengono garantiti strumenti tecnologici gratuiti, consulenza ed assistenza tecnica.

L’Emilia Romagna, nelle parole dell’Assessore all’Agricoltura Simona Caselli, si è detta interessata a partecipare al progetto. “La nostra Regione presenta diverse aree vocate alla corilicoltura e questo progetto rappresenta un’opportunità per diversificare i redditi aziendali. Come Regione ci impegneremo a sviluppare la corilicoltura con supporti che vanno dalla costituzione di forme di aggregazione per la coltivazione, valutazioni tecniche per i coltivatori e il raggiungimento di accordi finanziari. La filiera del nocciolo rappresenta una buona opportunità e il partner Ferrero è una garanzia interna, non ci resta che entrare nella fase operativa”.

Convegno Coldiretti, l’ortofrutta italiana è controllata e sicura L’ortofrutta italiana è più controllata e più sicura. È quanto emerso nel convegno di Coldiretti, “2018 anno del cibo italiano: l’ortofrutta tra salute e benessere”. Secondo i dati del ministero della Salute, presentati al convegno dal professor Edgardo Canducci, docente di Alimentazione e Nutrizione Umana all’Università di Ferrara, le analisi sui residui negli alimenti hanno evidenziato che il 99,4 per cento di frutta, ortaggi e verdura italiani sono sicuri, in quanto solo lo 0,6% dei campioni rilevati sono risultati irregolari, un dato molto al di sotto del 2,5% dei campioni irregolari di frutta fresca importati e del 4,7% di irregolarità riscontrate negli ortaggi di importazione. È un risultato – commenta Coldiretti Emilia Romagna in una nota – che conferma la qualità e la salubrità del prodotto nazionale e l’attenzione che gli agricoltori italiani mettono nel produrre cibi sani, con tecniche rispettose dell’ambiente, come ha testimoniato al convegno Lorenzo Monopoli di Bonifiche Ferraresi con l’illustrazione di tecniche dell’agricoltura di precisione che consentono di ridurre l’impatto ambientale e razionalizzare l’uso di mezzi di produzione come i fitofarmaci.

Il dato positivo nel ministero della Salute – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – arriva nell’anno in cui si è registrato la più alta presenza di frutta e verdura sulle tavole degli italiani nel terzo millennio, con un incremento nel 2017, secondo rilevamenti Ismea, del +4,3% di frutta fresca e +4% di ortaggi, con una punta del +9,7% per la frutta secca. A spingere la domanda – spiega Coldiretti Emilia Romagna – è un cambiamento degli stili di vita che ha fatto lievitare la domanda di cibi più genuini, come appunto l’ortofrutta di cui è consigliato un consumo di almeno 5 porzioni al giorno perché ricca di microelementi utili alla salute e alla prevenzione di molte patologie.

 

Source: agricultura.it

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