Tutta la vita in uno spazio grande meno di uno smartphone di media grandezza. È la misera esistenza cui sono condannate le quaglie negli allevamenti intensivi, come mostrano le immagini girate da CIWF Italia in stabilimenti del nostro Paese. Questi piccoli uccelli, allo stato selvatico ancora migratori, vivono fin dalla nascita in gabbie comuni di superficie variabile tra circa 86 a 184 cm quadrati. La loro frustrazione e la loro sofferenza non hanno giustificazione. Animal Aid, Animal Law, CIWF Italia, Enpa, LAV, Legambiente LEIDAA e Terra Onlus invitano tutti i cittadini italiani a firmare l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) che chiede la fine dell’uso di tutte le gabbie negli allevamenti.
Le quaglie sono piccoli uccelli. In Italia sono allevate a scopo alimentare circa 12 milioni di quaglie, la stragrande maggioranza in gabbia. In natura le quaglie compiono piccoli voli, soprattutto per fuggire quando sono spaventate. Vivono in coppie o piccoli gruppi e trascorrono la maggior parte del tempo razzolando in cerca di cibo e facendo bagni di polvere. Tutti questi comportamenti sono totalmente frustrati nel confinamento estremo delle gabbie. Le immagini della video investigazione lo mostrano chiaramente: le quaglie sbattono ripetutamente il capo ferendosi, hanno ampie zone del corpo senza piume, perché si beccano fra di loro a causa dello stress. Il loro richiamo selvatico rimbomba negli angusti capannoni, i loro colli si allungano disperatamente al di là delle gabbie.
Per far sopravvivere questi animali in condizioni di così grande stress, spesso vengono loro somministrati antibiotici di routine, attraverso l’acqua e il mangime. Le quaglie vengono allevate sia per la carne che per le uova che vengono utilizzate anche in ricette gourmet. Questi prodotti sono disponibili anche al supermercato, ma non essendoci nessun obbligo di etichettare indicando il metodo di allevamento, in assenza di specifiche descrizioni, si può assumere che con grande probabilità si tratti di prodotti provenienti da animali allevati in gabbia.
L’iniziativa dei cittadini europei “End the Cage Age” chiede la fine dell’uso delle gabbie negli allevamenti nell’UE. E’ sostenuta da oltre 140 associazioni. Lanciata a Bruxelles lo scorso settembre e a Roma in ottobre, l’iniziativa ha riscosso il sostegno di vip e politici, anche del Ministro della Salute Giulia Grillo, che ha firmato la petizione. Obiettivo della petizione è raggiungere un milione di firme entro il prossimo 11 settembre al fine di ottenere un pronunciamento della Commissione su questo argomento.
In Italia la procedura prevede l’inserimento nel form, online o cartaceo, di un valido documento d’identità. I dati sono conservati secondo la legge europea in un sistema sicuro della Commissione. Dichiara Annamaria Pisapia, membro del Comitato dei cittadini che hanno presentato l’ICE: “Le quaglie allevate per uova e carne sono tra i più ‘invisibili’ degli animali allevati a scopo alimentare. Eppure, i loro numeri sono enormi, come enorme è la loro sofferenza nelle gabbie. Grottesco che prodotti derivanti da animali vissuti in queste terribili condizioni possano essere considerati gourmet. I cittadini hanno ora la possibilità di fare qualcosa di concreto per porre fine alla crudeltà su milioni di quaglie, firmando la ICE contro le gabbie. Oltre a, chiaramente, evitare di comprare uova e carne da quaglie allevate in gabbia”.
Source: lanuovaecologia.it
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