Vostra figlia di 11 anni è in cucina con le mani immerse in una pasta composta da lei ed è armata di detersivo, colla e smalto; lavora l’intruglio guidata da una coetanea che su Youtube spiega tutti i passaggi: la scena che vi si apre davanti agli occhi è delle più innocenti, ricorda i ‘lavoretti’ natalizi delle scuole elementari e – aspetto da non sottovalutare – stimola la creatività. In realtà il fenomeno dei tutorial dei giovanissimi youtuber si sta diffondendo a macchia d’olio e nasconde una realtà poco ‘candida’: i prodotti utilizzati non sono scelti a caso, come affermano i protagonisti dei video, ma vengono regalati alle star di Youtube dalle stesse case produttrici secondo la politica del product placement (pubblicità indiretta) che, in questo caso però, fa leva sui minori. Dietro i tutorial, insomma “c’è un giro vorticoso di pubblicità che fino a ieri si sarebbe chiamata ‘occulta’” si legge su Repubblica che ha fatto un’inchiesta su questo fenomeno.
Adolescenti e meridionali, ecco le star di YouTube
Lady Giorgia, Anita Stories, Iolanda Sweets: ai più grandi questi nomi non diranno nulla, ma per i giovanissimi sono l’equivalente di Giovanni Mucciaccia di Art Attack per i bambini degli anni ’90. Quasi tutte le star hanno dai 13 ai 17 anni, di loro non si sa quasi nulla (non ci sono bio), ma hanno un seguito pazzesco in rete. “La maggior parte dei loro video artigianali sono prodotti al Sud, Campania e Puglia in particolare, dove il fenomeno è particolarmente diffuso”. “Lavoriamo anche con youtuber di 10-14 anni — spiega a Repubblica Luca Casadei, fondatore e Ceo di Web stars channel, una delle agenzie leader in Italia con 30 milioni di utenti — . I ragazzi fino a 18 anni i contratti non possono firmarli, li rappresentano i genitori. E comunque, — nel caso dei bambini — le aziende più che altro regalano loro i prodotti’. Materia delicata. Ricevono solo colla e detersivi gratis, i baby youtuber, o anche cachet? Sono come i cuccioli che vanno a cantare o a ballare in tv o i baby fotomodelli? I brand hanno degli smanettoni. Individuano gli youtuber più visualizzati, e li ingaggiano. ‘Spesso sono le agenzie a proporre i ragazzi alle aziende’, spiega Casadei. Poi i piccoli fenomeni iniziano a far soldi”.
Come funziona il product placement
“Coi loro video, questi youtuber del bricolage totalizzano milioni di clic. Che equivalgono a milioni di consumatori, famiglie, acquisti. Di cosa? Semplice: i prodotti pubblicizzati. A vederli, i filmati autarchici paiono improvvisati. In realtà sono studiatissimi, e i loro spot diventano un volano per le aziende”. “È una giungla” — spiega al quotidiano a Stefano Zerbi del Codacons — . “Vogliamo capire se esistano zone grigie. In teoria, con la legalizzazione della pubblicità occulta, non è affatto vietato reclamizzare un prodotto su YouTube. È come Instagram: chi ha valanghe di follower, e inserisce un marchio in una foto, riceve prodotti gratis, benefit, viaggi”. Un esempio?
Prendiamo uno della star Lady Giorgia. Si intitola Marshmallow slime. “Giorgia insegna come crearlo: dentifricio, detersivo, colla, gel. Lei istruisce il pubblico: ‘Ecco un dentifricio a caso’, ‘ecco un normale detersivo per piatti’. Ma i marchi sono in bella vista. Meglio di un classico spot. L’effetto sul potenziale cliente? Intuibile. Immaginate che le lezioni di Lady Giorgia, Erica Kawaii e gli altri sono seguite per lo più da bambini e ragazzini tra gli 8 e i 14 anni. E che i “visitatori” chiedono in automatico ai genitori di comprare questo o quel prodotto”.
Source: www.agi.it