Nel crescere i propri figli molti genitori sono assaliti dai dubbi. Nella maggior parte dei casi la terapia non è necessaria, si è solo in cerca di una risposta professionale che mitighi le proprie incertezze. Capita, però, che molti genitori non sappiano esattamente a quale professionista rivolgersi, se ad uno psicologo, ad un pediatra o ad uno psicopedagogista.
La maggioranza dei genitori è solita rivolgersi, per esclusione, al pediatra, ma probabilmente avrebbe più senso rivolgersi ad uno psicologo infantile. Altri, tuttavia, fanno affidamento alla scuola per chiedere aiuto e per venire a conoscenza di uno psicologo specializzato nei problemi di formazione e sviluppo dei piccoli. I centri in cui opera questa figura vi è anche quella dello psicopedagogista.
Molte persone continuano a fare confusione fra il lavoro dello psicologo e quello dello psicopedagogista. È ovvio che, in alcuni aspetti, la linea di lavoro che separa le due professioni è molto sottile, ma resta il fatto che si tratta di due professioni molto diverse. Il settore accademico è quello in cui queste due discipline si uniscono di più: sono solite lavorare fianco a fianco, completandosi e combinando le diverse competenze per risolvere i possibili problemi nei processi di insegnamento-apprendimento.
Entrambe le discipline studiano l’essere umano e il loro obiettivo fondamentale è l’intervento, da cui, in parte, derivano le difficoltà che incontriamo quando si tratta di differenziarle. Nel corso del presente articolo elencheremo le principali differenze e similitudini di queste professioni che sono state così vincolate fin dall’inizio. Di fatto, nella composizione delle due parole possiamo trovare lo stesso morfema: psico.
La principale differenza fra la psicologia e la psicopedagogia consiste nel fatto che la psicologia ha una visione più ampia, che fa riferimento a tutti gli aspetti della vita, mentre la psicopedagogia presta particolare attenzione al processo di apprendimento.
Lo psicopedagogista agisce su livelli diversi, come l’orientamento e l’intervento psicopedagogico. Settori in cui entra in gioco un insieme di conoscenze, metodologie e principi teorici che rende possibile l’esecuzione di azioni preventive, correttive o di sostegno a partire da modelli, aree e principi molteplici, dirigendosi verso contesti diversi.
All’interno delle diverse aree di intervento psicopedagogico, si trova l’orientamento nei processi di insegnamento-apprendimento che si concentra sull’acquisizione di tecniche e strategie di apprendimento e sullo sviluppo di strategie metacognitive e della motivazione. In questo contesto che vede due diversi profili della professione, cercheremo di chiarire orientamenti e obiettivi che distinguono le due discipline.
Per quanto riguarda le competenze professionali, lo psicopedagogista agisce per prevenire, rilevare e trattare problemi relativi all’apprendimento, indipendentemente dall’età della persona che ne soffre. Inoltre, lavora con programmi educativi e tecniche diverse per facilitare il processo d’insegnamento.
Dall’altra parte, lo psicologo è un professionista orientato ad una conoscenza più globale e a sua volta specifica della persona. Le sue competenze sono molto ampie, persino se ci focalizziamo solo su quelle relative al settore educativo: spaziano dalla gestione delle emozioni e dei pensieri fino a quella delle relazioni interpersonali.
I profili professionali di queste due discipline hanno aspetti comuni, ma anche molte differenze. In concreto, il lavoro dello psicopedagogista si concentra sull’apprendimento, sui processi sottostanti e sui suoi comportamenti. Tuttavia, vi sono delle eccezioni fra gli esperti di questa disciplina che lavorano all’interno di aziende per migliorare la qualità della vita delle imprese e degli impiegati.
Il lavoro dello psicopedagogista è anche strettamente connesso all’integrazione, al sostegno a bambini e adolescenti con difficoltà e alla sorveglianza di minori che vivono in situazioni di conflitto.
Uno dei compiti svolti dallo psicologo in questi ambiti è il rilevamento di condotte anomale o conflittuali nei piccoli, stabilendo la cura e i passaggi da seguire per correggerle. Nel caso in cui condizionino aree della personalità, si può anche richiedere un supporto medico o un lavoro congiunto con uno psichiatra.
In ambito scolastico, la principale funzione dello psicopedagogista è l’intervento nella pratica dell’orientamento, utilizzando strategie specifiche per raggiungere risultati concreti. Vi sono due modelli di base nell’intervento psicopedagogico: il modello clinico e quello di consultazione.
Gli psicologi, dal canto loro, si occupano di più ambiti, come l’affettività, le tappe evolutive dello sviluppo umano, il comportamento, la personalità, la vocazione, il lavoro e i fenomeni sociali. Lo psicopedagogista si focalizza, come abbiamo già visto, sui processi di apprendimento di una persona nel corso della sua vita.
Se il nostro problema è relativo in modo specifico all’ambito educativo, sarà più conveniente chiedere aiuto ad uno psicopedagogista; se il problema si estende ai nostri processi psicologici, sarebbe più adeguato rivolgersi alla figura dello psicologo.
Source: lamenteemeravigliosa.it
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