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Psicologia sociale: cos’è e perché è così importante?

All’interno della psicologia, possiamo tracciare una linea fra la psicologia applicata e la psicologia di base. La psicologia di base studia i processi biologici di base, come la percezione, l’attenzione, la memoria, il linguaggio e l’apprendimento. La psicologia applicata si focalizza sullo studio di altre caratteristiche della disciplina che hanno a che vedere con la risoluzione dei problemi. La psicologia applicata si suddivide in diverse branche, fra cui la psicologia sociale.

La psicologia sociale può essere definita come lo studio dell’interazione degli esseri umani, soprattutto in gruppi e situazioni sociali, e mette in rilievo l’influenza delle situazioni sociali sulla condotta umana. Più nello specifico, la psicologia sociale si focalizza sullo studio scientifico di come i pensieri, i sentimenti e i comportamenti delle persone subiscano l’influenza della presenza reale, immaginaria o implicita di altre persone (Allport, 1985).

Cosa studia la psicologia sociale?

La psicologia sociale ha l’obiettivo di studiare le relazioni sociali (Moscovici e Markova, 2006). Si afferma esistano processi psicologici sociali che si differenziano dai quelli individuali. La psicologia sociale cerca di comprendere i comportamenti dei gruppi, oltre ai modi in cui ogni persona reagisce e pensa in ambito sociale.

In altre parole, la psicologia sociale studia il comportamento delle persone a livello di gruppo. Cerca di descrivere e spiegare i comportamenti umani riducendoli a variabili psicologiche. In questo modo, la psicologia sociale vuole stabilire delle teorie sui comportamenti umani che servano a predire le condotte prima che si verifichino per poter, così, intervenire. Conoscendo i fattori che promuovono certe condotte, è possibile intervenire su essi e, di conseguenza, cambiarne i comportamenti finali.

Temi della psicologia sociale

Le tematiche studiate dalla psicologia sociale sono ampie e varie (Gergen, 1973). Per focalizzarci su alcuni dei temi che ne costituiscono l’oggetto di studio, possiamo citare l’identità. L’identità sociale (Taylor e Moghaddam, 1994), o grado in cui le persone di un gruppo si identificano e condividono delle caratteristiche, è uno dei fattori più studiati della psicologia sociale. L’identità sociale determina i comportamenti delle persone. In sostanza, quando una persona si identifica molto con un gruppo, i suoi comportamenti saranno coerenti con le norme e i valori dello stesso.

Un altro tema classico della psicologia sociale sono gli stereotipi (Amossy ed Herschberg Pierrot, 2001). Gli stereotipi sono l’immagine che abbiamo di un altro gruppo. È generalmente un’immagine semplificata e generica che serve per valutare equamente tutti i membri di un gruppo concreto. Per esempio, uno stereotipo comune in Europa è che gli spagnoli siano festaioli. Le persone che credono in questo stereotipo, quando interagiscono con uno spagnolo, penseranno sia festaiolo persino prima di conoscerlo.

Strettamente connessi agli stereotipi, vi sono i pregiudizi (Dovidio, Hewstone, Glick ed Esses, 2010). I pregiudizi sono preconcetti che aiutano a prendere decisioni alla svelta. Sono giudizi che si traggono basandosi su informazioni incomplete e, di solito, sono negative. Ad oggi, molte persone credono erroneamente che tutti i musulmani siano violenti e persino terroristi. Anche in presenza di prove contrarie a questo giudizio sbagliato, molte persone continuano a restarne fermamente convinte: le loro emozioni e i loro comportamenti con persone che praticano questa religione confermano le loro credenze, per quanto siano erronee.

Un altro argomento di studio della psicologia sociale sono i valori (Ginges e Atran, 2014). I valori sono un insieme di modelli che la società stabilisce e che devono essere rispettati. I valori godono in genere di un consenso sociale e variano di cultura in cultura. Per alcune persone, risultano talmente importanti da poter renderli addirittura sacri e, a prescindere dall’irrazionalità a essi connessa, vi si attengono, compiendo persino enormi sacrifici.

Data la grande varietà di temi studiati dalla psicologia sociale, non possiamo citarli tutti. Fra quelli che non abbiamo menzionato vi sono l’aggressività e la violenza, la socializzazione, il lavoro di squadra, la leadership, i movimenti sociali, l’obbedienza, il conformismo, i processi interpersonali e di gruppo, ecc.

Figure importanti della psicologia sociale

Nell’ambito della psicologia sociale, vi sono state personalità che hanno lasciato un’impronta importante. Ne elenchiamo alcune a seguire:

  • Floyd Allport: è conosciuto per essere il fondatore della psicologia sociale come disciplina scientifica.
  • Muzafer e Sherif: noti per aver realizzato l’esperimento della “Grotta dei Ladroni”, nel quale, per comprendere l’origine dei pregiudizi nei gruppi sociali, divisero alcuni boy scout in due gruppi. Da tale esperimento si elaborò la teoria del conflitto di gruppo realistico.
  • Solomon Asch: si è dedicato allo studio dell’influenza sociale. Fra i suoi studi spiccano quelli sulla conformità, per i quali ha usato delle schede con linee di diverse misure per provare che i partecipanti davano risposte erronee… e lo facevano non perché credessero davvero nelle risposte che davano, ma perché volevano che queste fossero uguali a quelle degli altri.
  • Kurt Lewin: noto come il fondatore della psicologia sociale moderna. Fu un sostenitore della psicologia della Gestalt, studiò il concetto di distanza sociale e formulò la teoria del campo, secondo cui è impossibile conoscere il comportamento umano al di fuori del suo ambiente.
  • Ignacio Martín-Baró: oltre che psicologo, era sacerdote gesuita. Sostenne che la psicologia dovesse essere relazionata alle condizioni sociali e storiche del territorio in cui si sviluppa e, allo stesso modo, alle aspirazioni delle persone che vi risiedono. È il fondatore della psicologia sociale della liberazione.

  • Stanley Milgram: ha realizzato esperimenti di dubbia etica. Il più conosciuto riguarda l’obbedienza agli ordini provenienti da un’autorità. Un partecipante trasmetteva scosse elettriche a un altro davanti a una figura di potere. È autore anche della teoria del mondo piccolo, conosciuta anche come sei gradi di separazione.
  • Serge Moskovici: studiò le rappresentazioni sociali, il modo in cui la conoscenza viene riformulata a mano a mano che i gruppi se ne impadroniscono, distorcendola dalla sua forma originaria. È conosciuto anche per i suoi studi sull’influenza delle minoranze.
  • Philip Zimbardo: conosciuto soprattutto per aver realizzato l’esperimento carcerario di Stanford dove divise un gruppo di studenti in guardie e prigionieri per introdurli in un finto carcere nel seminterrato dell’università. La conclusione fu che era la situazione a provocare i comportamenti dei partecipanti e non la loro personalità.
  • Albert Bandura: per dimostrare che la violenza trasmessa dai mezzi di comunicazione di massa genera il comportamento aggressivo degli spettatori, realizzò un esperimento dove un modello si comportava in modo aggressivo verso un pupazzo. Tale atteggiamento veniva imitato poi dai bambini. L’esperimento è conosciuto come l’esperimento della bambola Bobo. È anche il fondatore della teoria dell’autoefficacia.

Come abbiamo visto, la psicologia sociale si concentra su una delle nostre dimensioni di base: quella sociale. Dall’esterno è un concetto sconosciuto, che ha lasciato sorpreso chiunque decidesse di studiare psicologia. Questo perché molte volte sottovalutiamo il potere che gli altri, direttamente o indirettamente, esercitano su di noi. In questo senso, ci piace vederci come individui del tutto indipendenti, caratterizzati da un modo di agire e sentire che si lascia influenzare molto poco dal contesto nel quale viviamo.

Come abbiamo potuto apprezzare, però, le ricerche di psicologia sociale ci dicono l’esatto opposto; da ciò l’interesse straordinario di cui gode e la ricchezza che, questo ramo della psicologia, può regalarci con le sue scoperte.

Bibliografia

Allport, G. W. (1985). The historical background of social psychology. En G. Lindzey & E. Aronson (Eds.). The handbook of social psychology. New York: McGraw Hill.

Dovidio, J. F., Hewstone, M., Glick, P. y Esses, V. M. (2010) «Prejudice, stereotyping and discrimination: Theoretical and empirical overview», en Dovidio, J. F., Hewstone, M., Glick, P., y Esses, V. M. (eds.) The SAGE handbook of prejudice, stereotyping and discrimination. London: SAGE Publications Ltd.

Gergen, K. J. (1973). Social psychology as history. Journal of Personality and Social Psychology, 26, 309-320.

Ginges, J. y Atran, S. (2014) «Sacred values and cultural conflict», en Gelfand, M. J., Chiu, C. Y., y Hong, Y. Y. (eds.) Advances in Culture and Psychology. New York: Oxford University Press, pp. 273-301.

Moscovici, S. & Markova, I. (2006). The making of modern social psychology. Cambridge, UK: Polity Press.

Taylor, D., Moghaddam, F. (1994). «Social Identity Theory». Theories of Intergroup Relations: International Social Psychological Perspectives (2nd edición). Westport, CT: Praeger Publishers. pp. 80-91.

Source: lamenteemeravigliosa.it

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