La solidarietà verso i Paesi del Sud dell’Europa va bene, ma “non si possono spendere tutti i soldi in bevute e donne e poi chiedere aiuto”. A dirlo in un’intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz) è stato il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, suscitando un’ondata di polemiche e reazioni indiginate.
Le critiche però non hanno sortito alcun effetto su di lui, che si è rifiutato di chiedere scusa. Anzi, Dijsselbloem ha difeso la sua uscita, sottolineando che “soldiarietà” nell’Eurozona significa che tutti i governi dovrebbero rimanere fedeli alle promesse di aderire alle sue regole di bilancio. “Il concetto che quando sono rigido su regole e regolamenti e li prendo seriamente, questo è un attacco, è un grosso errore”, ha affermato.
Dijsselbloem è laureato in Agronomia all’università di Wageningen, è stato un radicale di sinistra poi segretario laburista olandese, in parlamento del 2000. Guardiano del rigore di bilancio e portatore sano (nel senso di sociale) di liberismo, scrive Marco Zatterin, è un uomo elegante, anglofilo (non parla francese), timido. Alla debutto nell’Eurogruppo si racconta abbia esitato prima di entrare nella stanza dove lo attendeva il potente ministro tedesco Schaeuble. Il suo passato non gli regala la sensibilità per i mercati, sebbene questo lo renda più simpatico di molti altri potentati dell’economia che non dicono mai niente o parlano per metafore. Nonostante ciò, spesso commentatori e politici lo hanno fatto a pezzi, a partire dalla disastrosa gestione del salvataggio del settore bancario cipriota.
E davanti all’attacco dei deputati europei, ha ribadito che il suo era un riferimento “non a un singolo Paese ma a tutti. Anche l’Olanda a volte non è riuscita a mantenere gli impegni presi. Se si vuole mantenere il sostegno pubblico e politico tra i Paesi Ue nei confronti della solidarietà, si deve sempre parlare di quali impegni e quali sforzi devono essere fatti per mantenerla”.
Una spiegazione insufficiente per molti che hanno reagito duramente chiedendone le dimissioni. Quelle di Dijsselbloem sono parole “vergognose e scioccanti”, ha affermato il presidente del gruppo socialdemocratico al Parlamento europeo, Gianni Pittella. “Non è la prima volta – ha aggiunto – che Dijsselbloem esprime opinioni e posizioni economiche e politiche che sono in aperta contraddizione con la linea della famiglia progressista europea. Ora è andato oltre utilizzando argomenti discriminatori contro i Paesi dell’Europa del Sud. Non ci sono scuse o ragioni per usare un tale linguaggio, soprattutto da parte di qualcuno che si suppone progressista. Mi chiedo davvero se una persona con tali convinzioni possa ancora essere considerato adatto a fare il presidente dell’Eurogruppo“, ha concluso Pittella
La battutra sui soldi spesi in alcol e donne “forse è divertente per voi, ma non per me. Mi piacerebbe sapere se questa è la vostra prima dichiarazione come candidato per mantenere il posto come presidente dell’Eurogruppo”, ha commentato il deputato spagnolo Ernest Urtasun, ricordando a Dijsselbloem che il suo futuro non è poi così certo.
L’olandese, ministro delle Finanze ad interim nel governo di Mark Rutte, è esponente di quel partito laburista che alle ultime elezioni ha subito un crollo di consensi. E il suo mandato alla guida dell’Eurogruppo scade nel gennaio 2018.
Source: www.agi.it
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