Abbiamo scoperto che Peppe Vessicchio non sarà presente a questa 60° edizione del Festival di Sanremo. Questa violenza ci ha scosso nel profondo in maniera irreparabile, tanto che abbiamo deciso di rivivere il Sanremo del 1997, un anno di grande rilevanza culturale per la kermesse del bel canto italiano.
Condotto da Mike Bongiorno, Piero Chiambretti (memorabile la sua discesa sul palco vestito da angelo) e da Valeria Marini nei panni della valletta perfetta, il Festival di Sanremo del 1997 ha segnato la nascita di veri e propri tormentoni pop-rock che ancora oggi dividono l’intellighenzia della critica musicale. E che dire del look dei cantanti? Sembrano tutti appena usciti da una sfilata Autunno/Inverno 2017/18 di Vetements.
Ma perché parlarne quando possiamo viverle?
Jalisse, “Fiumi di parole”
Nulla, neppure le accuse di plagio, hanno potuto fermare il fiume di parole dei Jalisse che, grazie ai vocalizzi della cantante Alessandra Drusian e ai ritmi tribali degni di una ballad di Phil Collins, si classificano primi nella categoria Big. Menzione speciale per il nude dress indossato con disinvoltura dalla cantante. Che dire, Rihanna sei arrivata troppo tardi.
Silvia Salemi, “A casa di Luca”
La Sinead O’connor italiana ci trasporta nella casa di un ragazzo, tale Luca, che a quanto pare è uno che ama imporre i propri gusti musicali agli amici che vanno a trovarlo. Quanti Luca avete incontrato nella vostre vite? Troppi.
Nek, “Laura non c’è”
Per troppo tempo non è stata detta la verità su questo tormentone: è un pezzo maschilista. Perché io – da donna moderna che sono – non ho problemi ad amarti ADESSO, però non c’è bisogno di dirmi che valgo meno della tua ex. Terra chiama Nek, lei ti ha mollato e lo stalking è un reato dal 2009.
Pitura freska, “Papa nero”
Prima di The Young Pope, solo i Pitura Freska si sono spinti tanto oltre da immaginare un papa di rottura, una papa capace di provocare e di riportare l’attenzione sugli impegni sociali del cattolicesimo. In poche parole, un papa nero. Il tutto in dialetto veneziano.
Patty Pravo ,”Dimmi che non vuoi morire”
“Una bella bionda”, così Mike Bongiorno introduce la divina Patty Pravo.
Il pezzo, scritto da Vasco Rossi e Roberto Ferri, continua a invecchiare con grande stile, proprio come la signora che lo canta.
Loredana Bertè, “Luna”
Pronta a sfidare Tina-gambe d’acciaio- Turner, la Loredana nazionale ci delizia con un pezzo bello urlato e un’acconciatura alla Robert Smith dei Cure.
Carmen Consoli, “Confusa e felice”
Grande momento di rock al femminile, con tanto di maestra dell’orchestra!
Ragazzi Italiani, “Vero amore”
Ma chi sono i One Direction in confronto dei Ragazzi Italiani, una boy band così modesta che ha scelto di chiamarsi con un nome comune, un bel gesto nei confronti della comunità maschile nazionale. Uno, nessuno, centomila. Impariamo la coreografia e organizziamo un flashmob.
Paola & Chiara, “Amici come prima”
Prima della svolta lesbo chic, Paola & Chiara hanno saputo incantare il mondo dello showbiz italiano con la loro attitude acqua e sapone, le distorsioni delle loro voci e le loro camicie color salmone. E poco importa se Chiara sbaglia al minuto 2:17, ci costa una fortuna ammettere che conosciamo questo pezzo a memoria.
Niccolò Fabi, “Capelli”
Dite quello che volete, ma per questa ragazza riccia “Capelli” ha rappresentato un primo passo verso l’indipendenza dall’imposizione dei capelli lisci. Niccolò Fabi, proudly curly dal 1997.
Source: freedamedia.it
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