Il WebBlog di ...

Più auto e più ibride, ma poco sostenibili

7 aprile 2017

auto

Secondo l’Unrae (case automobilistiche) aumentano le automobili vendute in Italia: sul primo trimestre dell’anno, siamo a un + 11,5% rispetto al trimestre dello scorso anno.

Nel 2016 se ne sono vendute poco più di 1,8 milioni, poche rispetto al 2007 (oltre 2,5 milioni), ma molte rispetto agli anni di crisi (2012-2014), quando il mercato sembrava attestarsi su 1,3 milioni. L’industria e gli appassionati esultano. Sono anche altri i dettagli interessanti dei dati di marzo 2017, che sembrano consolidare alcune tendenze degli ultimi mesi ed anni.

Le automobili si vendono sempre meno alle famiglie: già l’anno scorso metà delle auto nuove erano state vendute a partite iva.

A marzo 2017 risulta in crescita soprattutto il noleggio a lungo termine (+36%) e a società (+39%). L’acquisto di automobili nuove risulta sempre più caro alle famiglie, mentre aumentano le auto in uso promiscuo più ancora delle flotte a noleggio e, ultimamente, i servizi in car sharing “chiuso”, cioè aziendale (lasciando le auto alla disponibilità dei dipendenti che ne pagano direttamente l’uso). Ma è la seconda tendenza a preoccupare Massimo Nordio, presidente di Unrae: “Agiscono ancora sullo scenario della mobilità nel nostro Paese provvedimenti estemporanei ed emergenziali di blocchi alla circolazione”.

È forse grazie ai blocchi comunali che, soprattutto nelle grandi città, sta crescendo l’immatricolazione di veicoli ibridi del 55% (da 10.247 a 15.817), soprattutto grazie alle Toyota, ed elettrici puri del 29,2% (da 407 a 526). Ma, come si vede, numeri ancora piccoli rispetto a un venduto di 586.000 auto, costituito per il 56% da motorizzazioni diesel, inquinanti, ma convenienti.

E sempre la convenienza e la comodità di rifornimento avvantaggiano ancora il gpl (che inquina quanto la benzina ma cresce del 29%), mentre cala il metano (-35%).

Insomma, perché il mercato si orienti finalmente verso una mobilità più sostenibile, efficiente ed elettrica, si debbono adottare politiche nazionali e urbane un po’ più simili a quanto succede in Europa e in Cina: siamo l’unico grande Paese europeo a non avere politiche di incentivo delle auto elettriche e a basse emissioni di CO2 e contemporanea detassazione o disincentivo delle auto più inquinanti. Non a caso, nel 2016 si sono vendute in Europa 200.000 auto elettriche e 3 milioni di e-bike e in Cina 300.000 e-car e 30 milioni di bici e motorini elettrici. In Italia siamo umiliati con 1.500 auto e 70.000 mountain bike elettriche.

C’è chi attribuisce la responsabilità del ritardo italiano a Sergio Marchionne, ad del gruppo Fca, che condizionerebbe il nostro governo. Succede anche nella Germania della Volkswagen e di Angela Merkel: eppure il governo tedesco incentiva la mobilità sostenibile e l’elettrico e la Vw ha a listino auto elettriche e plugin. Anche il sindacato in Germania si è mosso: i 43.000 operai Audi (controllata da VW) chiedono alla direzione dell’azienda di avviare la produzione di auto elettriche per non trovarsi a pagare con i licenziamenti gli errori del management, come sta accadendo a colleghi della Volkswagen.

L’allarme è cresciuto dopo che l’azienda ha annunciato che il primo veicolo Audi completamente elettrico verrà prodotto nel 2018 a Bruxelles, e non in Germania.

Si tratterà di un suv, chiamato e-tron Quattro, dotato di ben tre motori elettrici, una batteria da 95 kWh e un’autonomia con una singola ricarica di oltre 500 km: una chiara sfida alla Tesla model X, che pur costando oltre 100.000 euro è risultata terza nella classificata delle vendita di auto elettriche a marzo in Italia.

Source: lanuovaecologia.it

Altri articoli dalla stessa categoria

Commenti