Se non siete appassionati di moda, forse il brand Céline non vi dirà niente, non vi verrà in mente nessun pezzo iconico, nessun pubblicità scandalosa, nessuna chiassosa sfilata con qualche invitato speciale, ma ci sono delle alte probabilità per cui nell’armadio conserviate qualche pezzo-copia di Zara.
Forse si tratta della copia della Tote Luggage bag in un colore acceso, forse del cappotto cammello con spalle tondeggianti, forse di quelle scarpe da zia che tutte le tue amiche considerano brutte ma che porti con orgoglio o ancora del completo maglia e pantalone a zampa in misto lana comprato lo scorso inverno. Ebbene sì, tutti questi capi arrivano dalle idee di Céline e della sua creative director Phoebe Philo, la timida designer che ha reinventato il concetto di every-day-style e minimalismo.
Capelli color sabbia, viso acqua e sapone, indossa spesso T-shirt bianche e maglioni due taglie più grandi, pantaloni dal taglio maschile e Stan Smith. Phoebe Philo è una ragazza straordinariamente qualunque che ha fatto la differenza sulle passerelle e negli ultimi anni anche nei nostri armadi.
Nata a Parigi da genitori inglesi (la madre, Celia Philo, è colei che ha diretto lo shooting per la copertina di Aladdin Sane di David Bowie), Phoebe dimostra la sua passione per l’arte della moda fin da giovanissima. A 14 anni i genitori le regalano la sua prima macchina da cucire
Non ho mai avuto un grande desiderio di comprare vestiti, preferivo customizzare quelli che già avevo. Se non mi piacevano facevo in modo di farli diventare ciò che volevo. Non mi piace fare shopping, non è un’attività che mi dà piacere.
Frequenta il Wimbledon College of Art, lì si impegna nella scultura e nella pittura, fa un po’ di tutto prima di capire che ciò che le interessa davvero è la moda. Così, a 18 anni, mette in piedi il suo portfolio e invia la candidatura per iscriversi alla gloriosa Central Saint Martins.
È proprio alla Central Saint Martins che stringe l’amicizia più importante, quella con Stella McCartney. Le due si trovano d’accordo su molte cose, dall’estetica all’importanza dei materiali utilizzati – tant’è che la figlia del baronetto-rockstar decide di portare con sé Phoebe alla corte del brand francese Chloé. Lì, le due affinano e reindirizzano la loro estetica casual mettendola a disposizione della maison francese proprio nel momento di vendite più basso della storia del brand. Nel 2001 Stella McCartney lascia perché il gruppo Gucci le offre la possibilità di aprire il suo brand personale, e così Phoebe diventa creative director di Chloé. Nelle sue collezioni prende spunto dal passato della maison – specialmente dal periodo di gloria di metà ‘60 quando era guidato da Karl Lagerfeld – ma decide di metterci qualcosa in più di suo, distaccandosi dalla “donna più rock’n’roll” voluta dall’amica Stella.
Con l’arrivo di mia figlia è arrivato anche un forte senso di responsabilità: il mio tempo per lavorare è diventato più prezioso e ha acquistato tutto un altro valore. Non potevo più fingere
Nel 2006 lascia Chloé e torna a vivere a Londra, dove si dedica totalmente alla famiglia: lei, il marito, la figlia e il nuovo arrivato Marlowe. Dopo tre anni di break, calma e determinata torna a lavoro, questa volta a capo di Céline, brand francese dall’estetica pulita, lineare e minimalista dove Phoebe può finalmente avere il pieno controllo.
La prima collezione che porta la sua firma è la resort del 2010 presentata in maniera informale in un loft di Chelsea, lontano dal clamore delle sfilate parigine. È già un successo, Phoebe mette da parte gonne e abiti iper femminili per concentrarsi su tessuti di qualità, tagli sartoriali uniti a quelli tipici dello sportwear. Sulle spalle questa volta non pesa il nome di qualche designer precedente che ha rivoluzionato il brand, non c’è una storia così iconica da difendere, e questo rende Phoebe libera di lavorare secondo la sua idea di moda, tant’è che brand e designer sembrano combaciare così bene che tutti faticano a ricordarsi che la maison francese è stata fondata nel 1945 da Céline Vipiana.“Per questa prima collezione volevo creare un guardaroba, non seguire i trend, mi sembrava un inizio solido.”
Fin da questa sua prima opera celiniana Phoebe mette in chiaro che tipo di donna ha in mente: una consumatrice intelligente a cui non interessano i loghi, una donna indipendente e sicura di sé che non ha bisogno di urlare per essere guardata, ma a dirla tutta forse nemmeno le interessa. Quello che creerà da lì in poi è un impero dell’every-day-style, abiti e accessori da indossare tutti i giorni costruiti con tessuti degni di abiti couture. Questa dei materiali per Phoebe è una priorità: vuole che i pezzi Céline siano pezzi duraturi che accompagnino le donne durante tutta la loro vita, insomma anche se lavora nella moda Phoebe non ha smesso di guardare con sospetto lo shopping sfrenato.
L’impero di Céline cresce anche con la creazione degli accessori, in particolari le borse diventano una must di ogni collezione, come la copiatissima Luggage Tote, una borsa da giorno disponibile in diverse grandezze o con la Classique, una tracolla in pelle con una chiusura rettagolare dorata, tutti pezzi dove la label Céline è ben nascosta, come rifugge dalla fama la sua creatrice che raramente regala interviste e ancora più raramente concede ai media di entrare nel backstage delle sue sfilate.
Quando una donna indossa Céline spero si senta sicura di sé e forte, vogliamo insegnare alle ragazze a sentirsi bene. Non ho nessun problema con una donna che si veste sexy per scelta, ma credo che ci siano fin troppi esempi di donne che si vestono per piacere agli altri e questo processo le rende sempre meno potenti
Phobe Philo continua a celarsi dietro i suoi maglioni di cashmere a collo alto, dietro le vetrine che portano il nome Céline; fa sorridere che una donna così riluttante dal mettersi in primo piano sia una delle designer più copiate dai fast fashion di tutto il mondo, nonché una delle icone di stile a cui le donne guardano con più ammirazione. Come scrisse Tim Blanks, importante fashion editor di Business of Fashion, “Phoebe è una designer che sa cosa vogliono le donne”, ovvero assomigliarle aggiungerei io.
Source: freedamedia.it
PANTELLERIA (TRAPANI) (ITALPRESS) – E’ morto all’età di 84 anni Filippo Panseca a causa un infarto fulminante che lo ha…
A finance deal reached at the COP29 summit to help less-developed countries tackle climate change has been criticised for failing…
ROMA (ITALPRESS) – E’ stato raggiunto a Baku, nel corso della riunione della Cop29, l’accordo sul Baku Finance Goal (BFG),…
LAS VEGAS (USA) (ITALPRESS) – Fuochi d’artificio sul weekend diLas Vegas, con George Russell che sulla sua Mercedes vince la…